prima di entrare nel vivo della discussione faccio una parentesi veloce per salutarvi e ri-presentarmi: non ho mai scritto molto in questo Forum, ma lo seguivo assiduamente.... fino a un 10 anni fa, di cui gli ultimi 5 passati abbandonando completamente lo strumento. Due lauree, tre società di consulenza e due regioni di residenza dopo, da circa un anno ho ripreso in mano lo strumento, con tanta soddisfazione mia e (fortunatamente) di chi mi sta intorno.
Ora, veniamo a noi: da sempre possessore di uno strumento con configurazione MM, soffrivo particolarmente l'impossibilità di raggiungere alcune sonorità che ho capito esser raggiungibili solo con uno strumento di matrice fenderiana. Sono quindi partito alla ricerca di uno strumento (possibilmente nuovo) simil Jazz Bass 5 corde, attivo, con tastiera in acero e SOPRATTUTTO con un buon rapporto qualità/prezzo, essendo un suonatore della domenica (e neanche tutte le domeniche) senza tante pretese.
La prima ipotesi al vaglio sono stati i Sire: beccato un annuncio sul mercatino per un ex demo di un noto negozio di strumenti musicali della mia zona, mi reco sul posto per provare un Sire V7 Vintage 2° Generation con corpo in Ontano e tastiera in Acero. Il proprietario vuole farmi provare anche un Markbass GV5 CR MP. Ne approfitto quindi per parlarvi di quest'ultimo strumento, di cui si parla molto poco su internet, e riportarvi la comparativa dei due strumenti che ho cercato di fare in negozio.
A detta del commerciante, questo strumento fa parte della nuova serie della Markbass, da non confondere con la precedente serie JP (quella del simil Jazz dorato che si è visto in qualche recensione sul tubo), la quale è stata pensata da Marco De Virgiliis per attaccare proprio la fascia di mercato dei Sire: si passa quindi da un budget di circa 1500 € (dove la concorrenza dei marchi più noti e rivendibili si fa spietata) a uno più che dimezzato.
A livello costruttivo lo strumento è un Frankenstein con un corpo da Precision ma con manico e pickup da Jazz Bass on steroids:
Corpo in tiglio (che io non disdegno a priori, come tanti fanno), manico e tastiera in acero.
Due pickup single coil Markbass in posizione '70.
La stessa elettronica Markbass dei modelli di fascia superiore: 2 volumi separati, un potenziometro push/pull per passare da attivo a passivo che funge da tono
EDIT: verificando, il tono passivo funziona anche in modalità attiva.
Sebbene Markbass rivendichi sul proprio Sito il Made in Italy, non credo che a questa fascia di prezzo possa esser al 100% realizzato a mano in Italia. Certamente è stato assemblato, tastato e rifinito in Italia, come scritto nel certificato di qualità (firmato a mano).
Compresa nel prezzo dello strumento una custodia semirigida marchiata Markbass, di cui stranamente ho sentito subito bisogno (mi serviva davvero).
Dall'altra parte abbiamo i già sufficientemente discussi Sire, per i quali si vocifera un aumento dei prezzi sul nuovo di circa il 20%, aumento che proprio in queste settimane avevo già apprezzato in alcuni siti di negozi musicali che stavo monitorando per l'acquisto.
Comparativa
Una volta imbracciati, entrambi gli strumenti sono ben bilanciati: il markbass credo fosse un 100 gr (a sensazione, ovviamente) più pesante (nel certificato di qualità c'è scritto 4,4 Kg). Esteticamente preferivo leggermente il Sire, ma sul singolo dettaglio ho preferito il Markbass, soprattutto la finitura del manico: il gloss leggermente ambrato mi ha conquistato, ma devo dire che anche il manico del Sire era ben rifinito. Come sensazione al tatto e comodità del manico non ho riscontrato differenze particolari: per entrambi classico profilo a C, mentre il radius mi è sembrato maggiore per il MB, ma l'impostazione generale è la stessa.
Non c'è storia, invece, per l'elettronica: vince a mani basse Markbass. Avevo letto che l'elettronica dei Sire fosse all'inizio ostica e che la fattura fosse cheap, ma non mi aspettavo un livello davvero così basso. L'unica cosa che riuscivo a pensare quando ho provato a familiarizzare con l'elettronica dei Sire era "se lo compro... la prima cosa che faccio è cambiare i pomelli". L'hardware del Markbass è invece immediato, solido e preciso.
A livello sonoro, impostando l'equalizzazione in flat su entrambi, ho trovato il suono del Sire più scavato sulle medie mentre il Markbass aveva "più corpo". Parlando di caratteristiche più oggettive, il Sire ha un leggero ronzio di fondo che a me non piace affatto, mentre ho trovato silenziosa l'elettronica del Markbass.
Il Si basso è in egual misura definito e suonabile in entrambi.
Cosa che ho apprezzato nel Markbass è il bilanciamento nel suono, soprattutto il segnale Attivo e Passivo hanno volume identico: cambia il colore ma non il volume.
Considerazioni finali: avendo entrambi soddisfatto le mie esigenze in termini di qualità costruttiva dei legni, ho alla fine scelto il Markbass per la resa sonora e la fattura dell'elettronica. Mi sono basato sulle mie mani e sulle mie orecchie, senza "sovrastrutture mentali", dato che neanche avevo considerato il marchio MB prima della prova. Per il discorso "rivendibilità" (che a me non interessa) credo che sia inapplicabile per entrambi: il Markbass è ancora da verificare, mentre il mercato dei Sire sembra ormai già fin troppo saturo (che non ho visto così neanche con i G&L Tribute).