Citazione:

Il chitarrista li suona con riluttanza e il giorno dopo scatena la discussione sul gruppo WA, sull’identità della band.

il chitarrista evidentemente è uno che non ha voglia di suonare dal vivo, e considera il gruppo niente più di quello che è "il calcetto" per altre persone.

mettere su un gruppo di cover implica che ci siano pezzi che non piacciono, che non diverte suonare.

alla fine son quattro minuti di agonia, se non ce la fa a farseli passare, mi pare evidente che il problema sia quello "del calcetto"  

Citazione:

Poi lei ha proposto Moonlight shadows [...] bocciate dal chitarrista via WA.

tra l'altro, da chitarrista, aggiungerei il fatto che se non gli piace suonare Moonlight Shadow, è un coglione  

ha uno dei soli più fighi di sempre, da suonare rigorosamente in fingerpicking, e pure la parte ritmica è fighissima.

Citazione:

Perchè l’unico coglione della band che non ha voce in capitolo sul repertorio è solo il bassista ?

quello che ho notato in tanti anni di coverband ed affini, non è tanto il fatto che "il bassista non ha voce in capitolo", quanto più il fatto che si pensa sempre che il bassista si diverta comunque, che suoni le fondamentali in ottavi tutto il tempo o qualche parte intricata e funk.

mi trovo d'accordo, perchè io son così, non credo che esista qualcosa che "non mi piace suonare", al massimo ci sono pezzi che non mi piacciono da ascoltare, ma quando li suono, sticazzi.

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gugu ha scritto: 

uuuh... non vedo l'ora di vedere scritto "si chiude" con più di otto lettere!!!

^^^^^
Sì, anche io suono cose che non ascolterei mai, godendo..siamo perversi..brutta razza i Bassai.

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^^^ non avevo dubbi !!!      

Nel Jazz il "gruppo di cover" si chiama "band di standard", ma è la stessa cosa, siamo semplicemente molto più "cool"     .
Brani inediti per noi poveri "absolute beginners" è un po' difficile; mi reputo molto fortunato di avere trovato in un gruppo una pianista che ogni tanto scriveva cose sue, per altro assolutamente interessanti.

Comunque nell'immenso repertorio degli standards è ovvio che ne trovi uno che non piace al chitarrista e uno che non piace al bassista, ma a meno che non facciano proprio perdere al suddetto il lume della ragione, si suonano lo stesso, fossero questi i problemi della vita...

Io ho un solo standard che mi rifiuto assolutamente di suonare, avverto tutti in anticipo e va bene così; e anche se ci devo lavorare, mi piacciono le novità, anche all'improvviso.

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Gianco, scusa la curiosità, puoi dirmi per favore lo standard che non ti piace? Magari piace a me   e me lo imparo

Grazie

Hunt

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Gianco ha scritto: [Visualizza Messaggio]

mi piacciono le novità, anche all'improvviso.

Visto che parliamo di jazz, è giusto parlare di improvvisazione

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Gianco, Scommetto su Autumn leaves..

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Blue Moon, trovo sia leziosa in modo per me insopportabile.

Autumn Leaves invece mi piace assai, non solo nella versione jazz (Miles Davis principalmente) ma anche l'originale di Ivo Livi (cioè Ives Montand, che era nato a Monsummano Terme).
Ma a mio parere la più bella in assoluto è la versione di Eva Cassidy.

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Grazie Gianco
Concordo con te riguardo Blue Moon, di rhythm change ce ne sono tantissime meglio. Andrò a cercarmi la versione di Eva Cassidy di A.L.

Hunt

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Gianco ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Ma a mio parere la più bella in assoluto è la versione di Eva Cassidy.

Q8

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Prima di suonare due note, impara a suonarne una. E prima di suonarne una pensa se ha senso suonarla.
Farla semplice è difficile. Farla facile è più difficile. Farla invisibile è la cosa più difficile di tutte.

Come bassista-cantante, sposo ovviamente la tesi esposta da molti che è il/la cantante che dovrebbe avere un maggior parere decisionale, con comunque dei limiti che non travalichino la sensazione "dittatoriale".
Anche una certa flessibilità/malleabilità non guasterebbe.
Un esempio personale: anni fa mi era venuta l'idea di un trio (basso/voce, chitarra, batteria) per eseguire cover di Battisti in versione rock. Dopo qualche prova ci siamo resi conto che le tonalità originali erano pressoché intoccabili, dato che le necessarie variazioni per il mio range vocale (che non è basso eh?, ma quello di Battisti è DAVVERO impegnativo) non avrebbero fatto rendere i brani, e quindi abbiamo chiesto ad un'amica di subentrare come voce solista.
Cioè in realtà glielo chiesto io, senza per questo sentirmi declassato.
Anche in questa nuova versione della band, comunque, i brani non giravano ed allora abbiamo preso un secondo chitarrista e abbiamo deciso di fare scegliere i brani alla cantante, con qualche piccola proposta qua e là da parte nostra.
Che poi la band si sia momentaneamente separata, per seguire progetti personali, è ininfluente, ma non ci sono stati traumi o scazzi.
Ma forse ha contribuito la "saggezza" data dall'età medio alta (a parte la cantante) dei componenti.  

Io uso: solo il plettro
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"Un Rickenbacker è per sempre"

Sicuramente la voce è quella che vincola di più, la voce è la carta da visita di una band, soprattutto una cover band.
Ma la professionalità, che prescinde dalla professione, è la cosa più importante.
Io sono stato in alcune cover band, laddove non mi divertivo (o semplicemente la musica proposta e come eseguita non mi soddisfaceva) ho lasciato la band, senza rancori e senza polemiche.
Ora facciamo pezzi nostri ed è tutto più divertente, stimolante.

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