Ciao all,

ho notato che nel corso dei miei (frammentatissimi) studi ho trascurato molto -complici anche diversi insegnanti che, presi dallo spiegarti millemila scale, teoria etc- la mano destra.

Ora, grazie anche al buon Davide Martini e al suo canale YouTube, ho deciso di affrontare il problema, e mi sono scoperto inaspettatamente impreparato sulla cosa. Alternanza delle dita, passaggio alla corda superiore con il dito giusto, dinamiche etc... In un paio di settimane mi sembra già di aver notato dei miglioramenti.

Due domande, la prima pratica e la seconda un po' provocatoria: esiste un metodo specifico che tratti l'allenamento della mano destra in fingering (no slap?). Seconda: perché questo argomento fondamentale viene spesso ignorato o quasi nella didattica?

Io uso: plettro e dita
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Credo che l'argomento mano destra e uso corretto della mano sinistra per mutare le corde sia uno di quegli argomenti da trattare da un insegnante.
La vedo dura trovare un metodo o un libro. È la classica cosa pratica che necessita un insegnante che ti vede le mani, ti corregge e ti insegna i tanti trucchi del mestiere

Io uso: plettro e dita

Franco1964, non so che insegnanti e metodi hai seguito tu, ma io ho sempre visto ben spiegata la tecnica della mano destra, con tutte le varianti possibili, che ovviamente cambiano in base alla persona, o meglio alla conformazione della mano, lunghezza delle dita ecc...

"un metodo" non credo ci sia, perchè è molto soggettiva come tecnica, ma trovi tantissime informazioni in merito, ed in tutti i metodi su libro che ho visto, così come in video-lezioni base, è sempre spiegata.

c'è chi insegna a tenere il pollice fisso in un punto e stoppare le corde non suonate con mignolo e medio, chi insegna il "floating thumb", cioè il pollice che si sposta tra le corde e non si appoggia mai solo in un punto.

ci sono anche molte varianti, come portare il pollice solo fino al Mi (per stoppare) e poi usare il mignolo ed il medio per le altre corde.

a livello di pizzicata ci sono diverse scuole di pensiero, soprattutto per quanto riguarda i salti di corda, i passaggi tra le corde nel movimento discendente.

ad esempio c'è chi usa il "rake", ossia usare lo stesso dito nel passaggio discendente tra corda diverse, chi invece insegna ad alternare anche in discesa.

ovviamente poi son tutte cose che si sviluppano con la pratica, perchè come per la mano sinistra, sono movimenti che devono diventare automatici, non devi più pensare al "dito giusto" per un certo passaggio, perchè è la mano stessa che va in automatico.

anche quando si parla di alternanza delle dita, non c'è una scuola di pensiero unica:

c'è chi fa mantenere un dito "dominante" (es l'indice come dito che accenta di più, o dito di partenza in generale), e quindi dopo le pause sarà sempre lo stesso dito ad iniziare il movimento.

c'è chi invece insegna ad alternare sempre e non iniziare sempre con lo stesso dito (quindi ad esempio dopo una pausa, può iniziare l'indice come l'anulare, sia per gusto, sia in base a quale dito ha pizzicato per ultimo).

c'è chi insegna a tenere le dita molto raccolte, col pollice su quella immediatamente sotto, e far "sbattere" indice e medio contro il pollice.
 
c'è chi insegna a far arrivare indice e medio a toccare la corda sotto, cosicchè sia il dito stesso a stopparla.


mi sembra strano però che tu non sia mai incappato in spiegazioni da parte di insegnanti, anche perchè la mano destra è quella che definisce tutto, che fa il suono, che fa "il tocco", che fa le dinamiche e che permette di suonare in modo pulito.

in ogni caso, non c'è un metodo univoco, ci sono tante scuole di pensiero, approcci diversi, ed è molto utile testare ogni variante e capire con quale ti trovi meglio, od anche saperle alternare tutte alla bisogna, senza doverci pensare.

gli esercizi da fare sono i soliti, come qualsiasi tecnica, si parte da "zero", ad esempio:

un primo esercizio fondamentale è quello di stare fermo sulla stessa corda, col metronomo, ed alternare le dita, senza fare alcun tipo di passaggio tra le corde e senza usare la mano sinistra.

poi si fanno i passaggi tra le corde ascendenti

poi i passaggi tra le corde discendenti

poi si alternano le corde saltandone una (es dal Mi passi al Re, dal La al Sol)


per la dinamica, io ho preso spunto da due suggerimenti letti in giro, uno non ricordo di chi, uno di Garry Tallent, il bassista della E-Street Band:

1) il primo consiste nel tenere il volume dell'amplificatore molto alto, così da essere costretti a suonare pianissimo, sfiorando le corde.

2) il secondo lo usava Tallent, e consiste nell'utilizzare il VU-meter (a lancetta o led, a seconda di cosa hai a disposizione) e fare in modo, mentre pizzichi, di mantenere sempre il livello identico, ad esempio tenere la lancetta sempre allo stesso livello.

io anni fa mi sono rimesso a studiare tecnica perchè volevo imparare il pizzicato a tre dita di Billy Sheehan, e dopo essermi visto tutti i video suoi su youtube, in cui lo spiega, mi sono applicato secondo i suoi suggerimenti, ossia gli esercizi che ti ho menzionato prima, fatti però alternando le dita anulare-medio-indice sempre in quest'ordine, quindi 321-321-321-321.

fondamentale esercitarsi col metronomo E lavorando sugli accenti, quindi cambiando le figurazioni ritmiche in modo da avere sempre la corretta gestione degli accenti con ogni dito.

ad esempio se suoni un ottavi, avrai sempre l'accento sull'indice, ma se cambi e suoni delle terzine, l'accento si sposterà ogni tre pizzicate (TA-ta-ta TA-ta-ta) e quindi si alternerà tra indice e medio.

col pizzicato a tre dita, anche negli ottavi si ha sempre l'accento con un dito diverso, il che rende tutto ancora più complesso

c'è un sacco di lavoro da fare con la mano destra molto più che con la sinistra.

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gugu ha scritto: 

uuuh... non vedo l'ora di vedere scritto "si chiude" con più di otto lettere!!!

@Pier_ il tuo lungo post (di cui ti ringrazio) mi suggerisce che un metodo ad hoc ci starebbe tutto. Perché non lo scrivi?

Comunque ribadisco: l'argomento mi è stato accennato solo da un insegnante, dei 5-6 che ho avuto nel corso del tempo. Poi è arrivato il COVID e ciao...

Ora sto approfondendo la cosa. Sulle dinamiche direi che già sono a un buon livello. Mi manca però il controllo preciso dell'alternanza indice-medio, che sto affrontando ora con esercizi un po' presi dal buon Martini (bello il suo canale YT, IMHO), sia elaborati da me.

Quello che posso dire per ora è che mi sono accorto che affrontando con coscienza l'alternanza delle dita senza affidarsi al caso porta a dei rapidi miglioramenti sia nel timing e nel groove sia nel controllo generico dello strumento. E lo dico da pasticcione imbranato, ma che comunque suona il basso ormai da 45 anni.

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Franco1964, alla fine è sempre una tecnica, come tutte le altre, quindi si tratta di esercizio fisico e coordinazione motoria.

Citazione:

Perché non lo scrivi?

ma sai che quasi quasi  

un metodo solo di mano destra sarebbe curioso, con tutte le varianti del caso.

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gugu ha scritto: 

uuuh... non vedo l'ora di vedere scritto "si chiude" con più di otto lettere!!!

ciao

Torresani Andrea (bassista ora di Vasco e vari artisti italiani) durante una lezione mi consigliava di suonare


YouTube Link


per esercitarsi con la destra; linea di basso semplice ma difficile (molto) tenere le lunghezze delle note uguali per 4 minuti di fila (quanto dura la canzone); provare a togliere il basso ed esercitarsi confrontando con originale; si vede la differenza

non è per nulla facile!

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È un buon consiglio, in effetti.
Ci sono tante canzoni, di bassisti considerati sfigati dai più, che poi da replicare non sono affatto facili perché la sinistra fa poco ma la destra è massacrante.

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ganesh, un mio amico va a lezione da Terenziani, bassista virtuoso metal che nel percorso di insegnamento, raggiunto un certo livello, insegna il pizzicato a tre dita a millemila bpm, e mi raccontava che, parlando di Cliff Williams, gli disse: "io suono ogni tanto in una tribute degli ACDC, e nonostante la tecnica che ho, quando devo suonare quel repertorio devo allenarmi tantissimo, perchè tenere quel tipo di linee di basso serrate per due ore è molto più impegnativo"

se lo dice uno che è abituato a fare sweep e tapping a mach3  

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gugu ha scritto: 

uuuh... non vedo l'ora di vedere scritto "si chiude" con più di otto lettere!!!

>È un buon consiglio, in effetti.

oltre alla resistenza Torresani indica che nella bassline in questione vi sono figurazioni molto comuni nel pop; poichè di fatto è un basso synth, esercitarsi a ripetere "roboticamente" la linea aiuta nella resistenza, concentrazione e nelle figurazioni molto usate.


NON quotare per intero un messaggio precedente - Lucio72

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cosa semplicissima ma che finora non mi sembra sia stata detta:
ti eserciti mai con il metronomo?

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[quote user="Franco1964" post="1151024"]

Finalmente dopo lunga e penosa ricerca sono riuscito a trovare il libro per la chitarra classica che ha contribuito a risolvere i problemi principali della mia mano destra suonando il basso.

Il libro è questo
https://www.amazon.IT/Arpeggi-Destr...r/dp/B0048NE1D2

Spero possa servirti.
Gli esercizi si fanno con le corde a vuoto, devi ovviamente modificare gli esercizi perchè le corde sono quattro/cinque.

 Hunt

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Pier_ ha scritto: [Visualizza Messaggio]

parlando di Cliff Williams, degli ACDC, e nonostante la tecnica che ho, quando devo suonare quel repertorio devo allenarmi tantissimo,

Premesso che Cliff è stato il primo vero mio bassista di riferimento, quando ho cominciato più di 30 anni fa; ed è una "palestra" allucinante, che ti fa capire il ruolo "classico" del basso in una canzone. Io mi sono allenato col pizzicato su quei pezzi lì, alternando le due dita.

Poi però, negli anni, e sono più "tranchant", ho compreso l'enorme utilità nel suonare il basso elettrico con la penna (o plettro), ed uno dei motivi (oltre al suono ed all'attacco che dà..), che professionisti come Lui, lo suonino solo così.
Ti permette più precisione ed un suono sempre "compatto" e preciso anche nel suono.
E ci vuole, anche lì, tantissimo esercizio, anni.

Cliff e gli AC/DC (che ho avuto la fortuna di coverizzare un po' con musicisti bravissimi), sono tra i più difficili da suonare.

Io uso: plettro e dita

darry, quoto al 100%. infatti mi incazzo sempre quando sento le solite menate sul plettro.

anni fa un amico mi chiede "come faccio ad ottenere il suono di Roger Waters?"

gli rispondo "guarda, lui usa un Precision (che tu hai), corde lisce e plettro, niente di esoterico"

e lui: "ma a me non piace il suono del plettro"

"ah bello, quello usa il plettro da cinquant'anni, se ti piace il suono di Waters, ti serve il plettro, non ci sono cazzi"

si è dovuto convertire

tra l'altro, per certe linee e contesti è anche molto più difficile del pizzicato, io mi alleno spesso su pezzi motown e funk, dove magari l'esecuzione col pizzicato è più che naturale, ma prendere tutte le ghost e tutti i sedicesimi precisi è veramente provante!

un paio di esempi, Sir Duke, con i salti di quinta ed ottava avanti e indietro, e poi l'obbligato all'unisono con i fiati, per nulla semplice.

I want you back, con tutti gli anticipi, i salti vari, le ghost... farla col plettro è tostissima rispetto al pizzicato, anche essendo bene abituati.

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gugu ha scritto: 

uuuh... non vedo l'ora di vedere scritto "si chiude" con più di otto lettere!!!

Pier_ ha scritto: [Visualizza Messaggio]

tra l'altro, per certe linee e contesti è anche molto più difficile del pizzicato, io mi alleno spesso su pezzi motown e funk, dove magari l'esecuzione col pizzicato è più che naturale, ma prendere tutte le ghost e tutti i sedicesimi precisi è veramente provante!

Verissimo!!!.....anche solo "Saw her standing there" dei Beatles è più confortevole da fare con le dita!!

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Solo se non sai usare il plettro.

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A proposito della presunta maggiore facilità di suonare col plettro, la mia esperienza va nella direzione opposta. Ho cominciato a suonare col plettro (e continuo a farlo) perché il suono netto e “tagliente” del plettro mi piace decisamente più di quello delle dita, ma all’inizio ho avuto grosse difficoltà tecniche, dovute a diverse cose: muting e controllo delle corde libere più complesso che con le dita, tendenza del plettro a scivolare mentre si suona, difficoltà di coordinamento tra le pennata e la contropennata, velocità minore rispetto alle dita, e altre difficoltà che col tempo ho in parte superato.

Ora suono prevalentemente col plettro, e sto pensando di suonare esclusivamente col plettro, innanzitutto per non dover stare a cambiare volume ed equalizzazione quando alterno plettro e dita. La velocità col plettro è decisamente aumentata con l'esercizio, e riesco a raggiungere bpm maggiori che con le dita, ma anche dopo aver superato i problemi iniziali, mi rendo conto che suonare col plettro rimane più difficile. Il problema maggiore che riscontro adesso è che quando suono in ottavi riesco a mantenere con maggiore difficoltà una frequenza costante, nel senso che con le dita, a parità di bpm, la successione delle note è più precisa, mentre col plettro succede di perdere precisione o anche di perdere qualche pennata.

Un esempio tipico nel repertorio della mia band è Rock And Roll dei Led Zeppelin. Sono quasi tutti ottavi ripetuti sulle stesse note a 170 bpm, e col plettro riesco agevolmente a tenere questo tempo, mentre con le dita dopo un po’ arrivano i crampi e non riesco più a mantenere la velocità. Però con le dita il ritmo rimane costante e preciso, mentre col plettro ancora adesso ogni tanto mi ci perdo.

E poi, di tanto in tanto si ripresenta il problema del plettro che scivola tra le dita, che è un inconveniente non di poco conto.

E’ sicuramente questione di esercizio, ma questo dimostra come suonare col plettro non è affatto più facile, anzi!

 

A proposito di plettro (anche se qui vado OT): ma col triangolino di plastica si può suonare proprio tutto, o ci sono generi che richiedono necessariamente le dita? Io suono cover di rock e blues-rock anni 60-70, e su qualche pezzo più blues con ritmo shuffle (per esempio, Pride and Joy di Steve Ray Vaugham) il plettro mi sembra quasi un’eresia…

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Ti allego di seguito un estratto del miglior bassista al mondo (mia opinione personale), visto anche dal vivo a Roma all'Auditorium, con lo stesso trio nel video; per l'uso del plettro; tra l'altro in rame e neanche di plastica.
Qui si parla di Jazz puro; eseguito a livello magistrale, da musicisti fenomenali.
Le scale blues e pentatoniche col plettro, a confronto, se le magna a colazione appena sveglio con la tazzina in mano.


https://youtu.be/dT6awGkbSfM?si=3geowq_YQqRnRU99


È tutto fattibile col plettro; bisogna solo saperlo usare.

P.S.: quando suono col plettro, il fatto che dal vivo scivolava, ed è a volte normale, mi costringeva a tenerne alcuni in tasca o attaccati al bordo inferiore con nastro carta adesivo.

Io uso: plettro e dita

Gianni_66, le uniche due cose che col plettro non si possono fare sono slap e tapping, penso che per tutto il resto il plettro vada benissimo.


in realtà considera che il plettro è stato, inizialmente, più usato delle dita, tanto che i primi metodi di basso presentavano solo il plettro come tecnica, tant'è che nei vecchi dischi anni 60 è molto più facile sentire il plettro.

secondo me non è un caso che negli anni 60 il design più popolare per i bassi prevedesse intercorda stretta e spesso anche scala corta.
c'erano più strumenti così che non 34" con intercorda larga in giro.

tutto poi dipende dal suono che si vuole ottenere, non esiste un "giusto" o "sbagliato", esiste quello che funziona bene nel determinato contesto, che non è inteso come "contesto musicale" (tipo "nel blues", "nel rock"), ma inteso come il contesto specifico del suono della band.

ti faccio un esempio leggermente diverso, ma che rientra in questo frangente:

una volta il basso si suonava principalmente con le corde lisce e con la spugna incollata dentro al copriponte, i suoni erano per lo più stoppati e percussivi, con pochissimo sustain, centrati sulle frequenze mediobasse e medie.

nessuno prima di John Entwistle (mettiamola così) pensava il basso con un suono brillante e tanto sustain. lui invece, negli anni 60, ebbe l'idea di voler far spiccare di più il basso a livello solistico, spingendo in avanti il suono, addirittura picchiando le corde contro i tasti a fine manico, con action bassissima.

tipo così: https://www.youtube.com/watch?v=ASJ...lbnR3aXN0bGU%3D

senza questa sua idea, probabilmente il suono del basso che abbiamo avuto negli anni successivi, e che è diventato uno standard, sarebbe arrivato molto tempo dopo, e non avremmo avuto i suoni celebri di bassisti come Chris Squire ed altri contemporanei.

il basso, prima di Entwistle, doveva suonare stoppato, corto e morbido, altro che sustain, armonici e frequenze alte!

solo che per diverso tempo lo "standard" è rimasto proprio quello, suono stoppato e corto, con corde lisce e zozze.

ci è voluto tempo perchè il suono più aperto e brillante iniziasse a prendere piede per davvero, e diventasse lo standard.

qua siamo nel 1968, con John Paul Jones al basso, e per quanto il suono sia bello cazzuto ed "avanti" nel mix, è sempre stoppato e chiuso:


YouTube Link



piano piano i gusti medi sono cambiati, il basso ha iniziato a diventare più aperto, più brillante, tanto che negli anni 80 sentire corde lisce era sempre più raro, Fender nell'83 ha smesso di montarle di serie sui suoi bassi, e le usavano solo bassisti "della vecchia guardia".

eppure con le corde ruvide si è continuato a suonare tutto, dagli shuffleoni blues vecchi fino alle cose più moderne.

negli anni 80 e 90, con le ondate di reggae e ska revival, nessuno si preoccupava di mettere le corde lisce, suonavano tutti comunque con le round, anche col plettro.

oggi che è tutto vintage, stiamo lì a guardare il pelo nell'uovo, la marca di corde, l'usura, ci manca solo il tipo di spugna da mettere al ponte (che poi Tony Levin ha registrato un disco usando un pannolino della figlia*** al posto della spugna), e per ogni sfumatura cerchiamo "la cosa più adatta".


col plettro è lo stesso: una volta era la norma, nessuno diceva a Carol Kaye, Herbie Flowers, Joe Osborn, McCartney e compagnia bella di non usare il plettro.
si usava, era normale, e come era giusto si sceglieva anche quando e dove usarlo. magari chi veniva dal contrabbasso, come James Jamerson, preferiva le dita (addirittura un solo dito, senza alternare), chi veniva dalla chitarra preferiva il plettro (Kaye, McCartney), ed in studio si sceglieva cosa usare a seconda del suono necessario.

oggi ci facciamo le pippe mentali pensando alla "conformità" della tecnica con la musica, se per il blues possa andare bene, se sia meglio questo o quello.

usiamo quello che per noi suona meglio!



*** non usato, ovviamente. anticipo la battuta per i simpaticoni  



porto un altro piccolo esempio:

questo è un Precision 51 con corde lisce GHS 55-105 già rodate, la cosa più vicina a quanto probabilmente era stato usato per registrare questo pezzo. (Wilton Felder su questo pezzo presumibilmente usò il suo Telecaster, questo: https://i0.wp.com/atthebarrier.com/...lder.webp?ssl=1)

clicca qua


questo invece è un Manson John Paul Jones signature, con pickup EMG attivi, elettronica EMG attiva, corde round Elixir 45-105, la cosa più lontana da quanto probabilmente è stato usato nel 1969 per registrare.

clicca qua


eppure, complice il modo di suonarlo, di stoppare le corde (in nessuno dei due casi c'è spugna da nessuna parte), complice l'intenzione ed il fatto che dentro al mix molte frequenze si perdano, alla fin fine, nel mix funziona bene

questo è solo il basso originale: https://www.youtube.com/watch?v=z91...iYWNrIGJhc3M%3D

questo è un mix del brano senza batteria e senza una delle due chitarre: https://www.youtube.com/watch?v=bGP...GVkIG1pYw%3D%3D


c'è addirittura chi pensa che sia suonata col plettro  

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gugu ha scritto: 

uuuh... non vedo l'ora di vedere scritto "si chiude" con più di otto lettere!!!

Gianni_66 ha scritto:  

a questo dimostra come suonare col plettro non è affatto più facile,

Nessuno dotato di un minimo di logica potrebbe pensare che sia più facile. Hai un'interfaccia in più tra te e il suono.

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Farla semplice è difficile. Farla facile è più difficile. Farla invisibile è la cosa più difficile di tutte.