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Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento
Autore Messaggio
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
^^^

Peppe :-)

riguardo basso e contrabbasso e relativo fraseggio,
ti lascio poche righe che mi ha scritto Dario, dove sintetizza il suo differente approccio
tra basso elettrico e contrabbasso ...

" Quindi nel caso del contrabbasso, meglio lavorare bene sul tocco, sul suono, sul ritmo, sul ribattere le note, che sulle frasi ampie. ? come se sul basso pensassi un po alla Coltrane (anni 50) e sul contra un po alla Dexter Gordon ... "

per chi conosce un p? questi sassofonisti, il concetto ? chiaro

ciao ;-)
 




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Silvestro Invia Messaggio Privato HomePage
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
Silvestro, come dargli torto, condivido pienamente! Ha espresso il concetto in una maniera talmente chiara che non c'e' bisogno di aggiungere altro

Invece, visto che siamo in topic e visto che non mi va di aprire un'altra discussione per parlare di questo, e visto che inevitabilmente quando si parla di basso elettrico nel be-bop si finisce a parlare di Dario, posto uno dei suoi video che apprezzo di piu' e che secondo me sintetizza perfettamente il succo della discussione:

http://www.youtube.com/watch?v=Gu-O4UjXEkM

Questo credo sia un video da vedere assolutamente, e inoltre mi fa piacere far conoscere anche il grande Marco a chi non lo conoscesse. E' un grandissimo contrabbassista, oltre che essere un caro amico, e merita di essere ascoltato!
 



 
PeppeCampisi Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
^^^

dici bene,

Marco ? uno dei contrabbassisti pi? apprezzati a New York e non solo,
un cervello della Musica fuggito, e fuggito bene   e soprattutto
? davvero una bella persona  
 




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Silvestro Invia Messaggio Privato HomePage
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
E' un discorso lungo ed articolato e richiederebbe molto tempo...

Metter? due riflessioni da 10 centesimi l'una  


La prima ? che ? necessario conoscere almeno un paio di cenni storici sulla questione (e non solo gli ascolti storici), ovvero da dove arriva il bebop, che alla fine ? un genere nato da un'esigenza di lavoro di strumentisti rimasti "a piedi" per la crisi delle big band e lo sciopero della discografia. A rafforzare questa mia affermazione c'? il fatto che di brani bebop (scritti in quel periodo per altro piuttosto breve, una quindicina d'anni), cono veramente pochi... principalmente scritti da Monk e soprattutto dal vero vate del bebop che era Gillespie. Gli altri brani, in articolare quelli di Parker, sono per cos? dire delle "cover" (tanto per dirne una, Donna Lee e Indiana). Ora.. detto questo... il ruolo della sezione ritmica in questo genere era veramente marginale, compresa quella dei pianisti (i pochi piano trio che si ricordano sono quelli di Bud Powell e di Monk, e quest'ultimo raramente suonava in trio). Da qui il fatto che pescare dai contrabbassisti ? dura se si vuole acquisire il linguaggio in maniera profonda. Altra questione il fatto che le formazioni erano molto poco stabili; di solito erano band residenti del locale di turno che ospitavano il solista o i solisti di turno. E da qui deriva la questione pratica di eseguire delle "cover". Ultima questione storica ? che nello stesso lasso di tempo si intrecciavano altre correnti che generalmente si considerano consequenziali temporalmente al bebop; nessuno ricorda ad esempio che nel medesimo periodo, sulla costa ovest Jerry Mulligan, Chet Baker e Lee Konitz davano inizio ad una corrente che si chiamava cool jazz, che aveva grossomodo le medesime caratteristiche fraseologiche (d'altro canto si suonava cos? da gi? da prima), ma con degli organici differenti (generalmente pianoless); inoltre nello stesso periodo Cannonball Aderley (ma anche Mingus) inaugurava quella cosa che si chiama hard bop, che nasce grossomodo nello stesso periodo; da non dimenticare che anche i prodromi del cool jazz sono stati gettati nello stesso periodo (su tutti Bill Evans, che con Scott La Faro suonava in una maniera ancora differente e Miles Davis).


Detto questo (e gi? i buoni propositi di chiacchierar poco sono andati a farsi benedire!), per i bassisti che suonano bebop ed anno intenzione di suonare da sassofonisti c'? un problema ulteriore: per i sassofonisti ? una passegiata essere sovrastrutturali con noi che facciamo il lavoro sporco    e anche per i pianisti ? pi? semplice contestualizzare grossomodo tutto quello che succede sulla mano destra mettendo un bel voicing chiarificatore sulla sinistra (ah, Thelonius... come la sapevi lunga   ); i batteristi hanno uno strumento poderoso e degli spazi di libert? infiniti, a volte anche dal punto di vista strutturale... Noi bassisti (e contrabassisti) siamo resi nel mezzo! Quando parte il solo, dobbiamo fornire contemporaneamente struttura, armonia e melodia (un piccolo aneddoto... suono con un pianista veramente eccezionale da molti punti di vista, anche a detta di molti altri pianisti suoi colleghi, che un p? di tempo fa mi dice "Sai, sto lavorando sul contestualizzare tutta la struttura armonica dei brani che suono solo con la destra", ed io dentro di me pensavo: "Accidenti! Io ? tutta la vita che lo faccio di contestualizzare la struttura tramite la melodia!"). La cosa da cogliere a mio parere ? proprio questa: cercare di comporre in maniera estemporanea una melodia, usando solo le chords tones (fottiti inglese! Le note dell'accordo!) e qualche loro estensione. Alla fine ? come se noi in qualche maniera suonassimo sempre in piano solo quando improvvisiamo o in sax solo (chiedete ai vostri amici pianisti e sassofonisti che fatica si fa!). Il punto ? la chiarezza: A) armonico/melodica; pronuncia ed articolazione. Quest'ultima cosa si trascura ma richiede anni di pratica per acquisire il giusto mix tra quartine, terzine, quarti, ottavi, accenti ed oscillazione delle durate delle note articolate (ottenendo di suonare alcune cose articolando in maniera molto stretta ed altre in maniera molto sciolta (come si fa? Boh!!! Non esiste ricetta!). In molti di voi hanno citato Dario... vi invito ad ascoltarlo attentamente e di far caso che non fa quasi mai nulla di estraneo alla tonalit? o di sovrastrutturale, a parte qualche approccio (che non ? nulla che si possa definire compiutamente extratonale o sovrastrutturale), in pi? la maggior parte delle volte articola in ottavi e addirittura molte volte in quarti. Lui ha la benedizione divina di avere le mani d'oro (e anche la testa per altro), e riesce a fare delle frasi molto estese sullo strumento; ma per la buona parte si ratta di arpeggi estesi (quindi la cosa concettualmente pi? semplice ed anche devastantemente pi? chiara che si possa fare dal punto di vista della contestualizzazione armonica). Per i comuni e poveri mortali che hanno delle mani normali, ? necessario far funzionare la testa e cercare delle soluzioni melodiche chiare ed intriganti.


Per quanto riguarda il materiale di studio, io voto per l'approccio pratico... analisi dell'esistente! Se non si vuole recuperare l'omnibook e passarlo alla lente di ingrandimento, ? sufficiente analizzare i temi di Parker rispetto alle armonie e con un occhio di riguardo all'analisi fraseologica (individuando note di volta cromatismi approcci etc); c'? gi? tutto l? dentro. DI fatto il bebop ? molto pi? simile alla musica barocca di quanto si possa immginare: sono degli stilemi, delle microfrasi, dei piccoli incisi di poche note ricombinate tra loro rendono il colore del bebop. Non bisogna temere di studuare e rubare le frasi; lo fanno tutti e fa parte dell "slang" di un linguaggio. Basta usarle in maniera intelligente ;).



Qualche triks (ma siccome a me chi parla di musica in inglese mi sembra un cafone    meglio dire qualche malizia)... se ascoltate le frasi di parker, lui non pensa mai ad arpeggi di quadriadi, ma sempre ad arpeggi di nona ai quali toglie la fondamentale (e quando dico sempre intendo sempre!). Per farla breve; se vedo scritto Cmaj7 penso e suono E-7 e se proprio gli aggiungo b13; ma in particolare, se vedo C7 ? sempre, sempre, sempre ed ancora sempre, B-7(b5) oppure addirittura B?, o ancora pi? caratterizzante Bb7(b9)!

Altra malizia (questa volta sono stato bravo!): stiamo parlando di musicisti che in quegli anni avevano dei livelli di scolarizzazione (soprattutto musicale) non particolarmente elevata; quindi con un approccio molto pratico. Quindi la cosa pi? semplice da fare era suonare n? sugli accordi, n? attraverso gli accordi (Matteo non ti offendere, diciamo che questa ? un'integrazione a quello che dicevi tu poco sopra   ), ma proprio gli arpeggi degli accordi! QUso dal punto di vista melodico. Dal punto di vista ritmico, se si suonava ad esempio una scala maggiore, il risultato era quello di avere una quartina di ottavi con gli accenti sulle note dell'accordo, e poi avanzava un gruppo di tre note (non ridete! Funzionava proprio cos?! E suppongo che il ragionamento era proprio in questi termini di praticit?), al quale veniva aggiunto un cromatismo (es: do-re-mi-fa-sol-la-si-do diventa do-re-mi-fa-sol-la-la#-si-do... la riconoscete?). Questa pratica ? applicabile ad ogni tipo di scala ed anche agli arpeggi di tiade (dove ad esempio si approcciava la quinta con la quarta diesis, e guarda caso bebop ? proprio l'onomatopea dell'intervallo di quarta eccedente o quinta diminuita che dir si voglia).


Ultima cosa... gli ascolto. A parte tutto quello che gi? sapete (Parker, Gillespie e compagnia cantante), entrando nello specifico ? secondo me imprescindibile Bass On Top di Paul Chamber e qualsiasi cosa di quel periodo fosse stato suonato da Nonno Ray (Brown), del quale consiglio un interessantissimo video che si trova comunemente su youtube dove tiene una lezione credo alla Giuliard (ma si scrive cos??).


Ho detto tutto e vi ho annoiato a sufficienza.

Ad maiora  
 




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estremo Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
estremo,

Grazie del prezioso contributo, Roby!

Altro che annoiare!!!
 




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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
Dimenticavo.... ma questo ? un mio parere.


Per favorire il fraseggio ? necessario adottare un mucchio di legature d'espressione e quindi mettersi nella condizione di suonare (tecnicamente) per poterlo fare. Quindi provate a suonare tutto con un dito (proprio cos?!) e a legare molto con la sinistra; ? un casino per le diteggiature ma il risultato ? vincente. Anche le ghost note... con la destra sono troppo farti e presenti; se fatte in pull off con la sinistra sono pi? attinenti al fraseggio (scusate l'inglese ma ero di fretta)


 




Io uso: plettro e dita
 
estremo Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
bel contributo estremo  

dici bene peraltro su Deidda ...
infatti la grandezza di Dario sta proprio nel suonare divinamente
cose gi? fatte ed esistenti ma con un modo tutto suo e con
una grande capacit? musicale e organizzativa.
 




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Silvestro Invia Messaggio Privato HomePage
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
estremo, bellissimo contributo, grazie per aver scritto!
 



 
PeppeCampisi Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
estremo ha scritto: [Visualizza Messaggio]
ma in particolare, se vedo C7 ? sempre, sempre, sempre ed ancora sempre, B-7(b5) oppure addirittura B?, o ancora pi? caratterizzante Bb7(b9)!

Ti ? sfuggito qualche bemolle o sono proprio quegli gli accordi a cui pensare? Non dovrebbero essere Bbm7(b5) e Bb??
 




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Fenderissimo Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
Fenderissimo, mmmh, si', credo gli sia sfuggito un bemolle, perche' una cosa che mi capita di fare spesso e che ho notato essere molto comune e' di suonare un arpeggio diminuito sulla nona bemolle del dominante; su C7 suono spesso Db, E, G e Bb, che pensate enarmonicamente e "rivoltate" sarebbero Bb, Db, Fb e Labb, che sarebbero le note dell'accordo di Bb che ha la triade e la settima diminuite (scusatemi, ma ho questo pc con la tastiera americana e non so come fare il pallino per indicare l'accordo )

P.s. Pero' potrei benissimo sbagliarmi, e magari gli accordi di B che sono stati citati sono giusti
 



 
Ultima modifica di Ospite il Gio 07 Mar, 2013 23:39, modificato 1 volta in totale 
PeppeCampisi Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
Fenderissimo ha scritto: [Visualizza Messaggio]
estremo ha scritto: [Visualizza Messaggio]
ma in particolare, se vedo C7 ? sempre, sempre, sempre ed ancora sempre, B-7(b5) oppure addirittura B?, o ancora pi? caratterizzante Bb7(b9)!

Ti ? sfuggito qualche bemolle o sono proprio quegli gli accordi a cui pensare? Non dovrebbero essere Bbm7(b5) e Bb??


Eh no! Molto peggio! Ho scritto C pensando a G e di  conseguenza ho messo tutte le none di dominante senza fondamentale di G7. In realt? riferiti a C7 sarebbero E-7(b5); Edim (il telefono non ha il pallino!) e Eb7(b9). Chiedo scusa... Ho scritto di fretta (e rileggendo adesso un po' si capisce visto l'italiano)
 




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estremo Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
estremo, don't worry, il ragionamento era comunque molto chiaro
 



 
PeppeCampisi Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
Consiglio questo canale youtube, dove vengono spiegati in modo sempre chiaro una serie di "trucchi" per acquisire lo slang. Qui parla di Donna Lee

http://www.youtube.com/watch?v=JEVsKYgPFm8&sns=em
 




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estremo Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
Leggo solo oggi questo post veramente interessante.
Sul metodo sottoscrivo quanto gi? detto. Una volta che si conoscono le scale, gli arpeggi, enclosures si pu? iniziare con l'acolto e le trascrizioni, passando attraverso l'omnibook ed il libro di Baker (tanto per ripassare un po' e saltando tranquillamente la sezione dedicata ai pattern, tanto quelle frasi le si trovano nei soli da trascrivere o trascritti da altri). Per approfondire alcuni concetti i libri di Bergonzi sono una grandissima cosa. La serie ? piena di spunti (soprattutto, a mio avviso, il capitolo sulle pentatoniche inside-out ed il volume sulla ritmica del fraseggio). Infine ho trovato interessanti anche i libri di Steve Khan, nel quale si menziona (cosa che non ho trovato in altri manuali) la "Coltrane substitution".

Personalmente, quando trascrivo un solo scrivo sul pentagramma la linea melodica suonata, in alto gli accordi ed in basso l'armonia corrispondente a ci? che il solista suona, in modo da avere ben presenti sostituzioni varie, frasi suonate fuori tonalit? o relative a dominanti nascoste, cos? si visualizza su carta tutto il percorso del solista (da dove arriva e dove pensa di andare).

A quanto gi? detto da altri vorrei aggiungere un punto. Di solito quando ci si avvicina al bebop ed al jazz in generale, si pensa subito a quali note suonare, perch? quando sono suonate da altri ci stanno cos? bene e cos? via mentre si trascura la parte ritmica che ?, secondo me, fondamentale.
Se una frase ha una bella ritmica si ? gi? al 70-80% dell'opera, se non di pi?.
Quando si ascoltano e si trascrivono i soli dei grandi e dei meno grandi va bene guardare alle note, ma ancora pi? importante ? andare a vedere che ritmica aveva la frase suonata! Come se si trattasse di una frase relativa ad un solo di batteria. Ritmica e accenti. Per questo non posso che parlar bene del volume di Bergonzi sulla ritmica del fraseggio. Ha cambiato, dopo averlo letto qualche anno fa, il mio approccio all'analisi ed allo studio del bebop.
Anche nel primo libro di Gunther Schuller (il jazz le origini) si pone l'accento sul fatto che il jazz rispetto alla musica europea, ed il relativo fraseggio, pone molta pi? attenzione all'aspetto orizzontale (la ritmica della frase) e non soltanto a quello verticale (mettere le note giuste sull'accordo giusto).
Le frasi nel jazz e nel bebop sono essenzialmente poliritmiche. Gi? nel ragtime vi era l'andamento regolare della mano sinistra in due (preso dall'andamento delle marce nella musica europea) mentre la mano destra, nella melodia, suonava un pattern ritmico tipico del cakewalk, una danza portata in america dagli africani, che consiste nella suddivisione degli ottavi all'interno della misura di 2/4 basato sul 3+3+2.

Quindi la ritmica ? primaria nel fraseggio jazz e bebop.

Per fare un esempio, tornando a Deidda, ascoltate il solo che suona su Evidence di Monk. Ascoltate la ritmica.
Bisogna pensare anche un po' da battristi e pensare alla ritmica della frase che si vuole suonare.  

http://www.youtube.com/watch?v=_3YfhM0HtMU

esempi chiarissimi sono al minuto 2.54, 3.04, 3.08, 3.11, 3.18, 3.23, e cos? via.

Buon ascolto  

EDIT:

P.S.
Per Coltrane substitution non intendo il suonare i Coltrane changes sul II-V-I ma la sostituzione che il sassofonista suona, spesso in alcuni blues, suonando al posto di un G7 che risolve un Db7 con quarta giusta (quindi non relativo alla scala di Ab- melodico ma relativo al Ab- dorico o, se preferite, alla tonalit? di Gb maggiore).
 




Io uso: plettro e dita
 
Ultima modifica di Ninoobass il Ven 15 Mar, 2013 21:31, modificato 3 volte in totale 
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
Grazie a tutti per il prezioso contributo!

estremo, molto interessante!

Ninoobass, non si puo' non concordare sull'importanza del discorso ritmico. Certe volte alcune frasi che possono apparire "banali" dal punto di vista delle note acquistano un incredibile valore grazie alla loro propria "pronuncia ritmica" e - altra cosa fondamentale - grazie anche a "dove" sono piazzate nel tempo.
Credo comunque che per sviluppare questo tipo di consapevolezza l'approccio "istintuale" possa essere il migliore, ovvero "ascolto-assimilo-ripropongo". Ho letto diverse "teorizzazioni" che riguardano proprio "dove" suonare la frase in relazione alla battuta, il fatto di fare cadere le note dell'accordo in battere e altre cose del genere, sicuramente giuste, ma che non mi sono servite moltissimo perche', soprattutto a certe velocita', trovo quasi impossibile pensare "razionalmente" che si stanno mettendo le note dell'accordo in battere, ad esempio, o che si sta iniziando sul levare X per finire poi sul punto Y della battuta, e blablabla... Cioe', trovo utile cio' eventualmente dal punto di vista "analitico a posteriori", ma quando si e' con lo strumento in mano secondo me non si dovrebbe pensare razionalmente a queste cose, ma si dovrebbe aver assimilato e soprattutto ascoltato il be-bop (ma credo che questo discorso valga per qualunque genere musicale) al punto da avere in maniera spontanea una buona "pronuncia" della frase e una buona padronanza del linguaggio.
Spero di essermi espresso in maniera chiara.

Un saluto a tutti
 



 
PeppeCampisi Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
Ciao ragazzi/colleghi, anch'io ho trovato questo post davvero interessante, e finalmente trovo il tempo e la voglia per potere rispondere a questo argomento davvero complesso e articolato.
Concordo soprattutto con gli ultimi due interventi, pur avendo trovato la maggior parte dei vostri commenti molto interessati. Considerate che studio jazz da una manciata di anni, saranno cinque, saranno qualcosa di più, non so. Vengo da altri generi, ma mi sono appassionato soprattutto al jazz contemporaneo, stile che, ancor di più che nel passato, ha accolto al suo interno tantissime influenze, non ultima quella del rock, anche del prog se vogliamo, coi suoi tempi dispari e cambi di atmosfere.

Per quanto riguarda l'approccio al genere (quando parliamo di be-bop a mio parere parliamo di approccio globale a tutto un certo tipo di musica...insomma a come si è suonato il jazz fino agli anni '70, se mi posso permettere, seppur con le dovute e notevolissime differenze), intanto ritengo ottime le intuizioni di Dedo, l'utilizzo degli arpeggi e quindi la visione "estesa" sul basso mi hanno davvero aperto un mondo, e concordo completamente con l'ultimo intervento di PeppeCampisi quando dice:
PeppeCampisi ha scritto: [Visualizza Messaggio]

Certe volte alcune frasi che possono apparire "banali" dal punto di vista delle note acquistano un incredibile valore grazie alla loro propria "pronuncia ritmica" e - altra cosa fondamentale - grazie anche a "dove" sono piazzate nel tempo.
Credo comunque che per sviluppare questo tipo di consapevolezza l'approccio "istintuale" possa essere il migliore, ovvero "ascolto-assimilo-ripropongo". Ho letto diverse "teorizzazioni" che riguardano proprio "dove" suonare la frase in relazione alla battuta, ma che non mi sono servite moltissimo perche', soprattutto a certe velocita', trovo quasi impossibile pensare "razionalmente" che si stanno mettendo le note dell'accordo in battere, ad esempio, o che si sta iniziando sul levare X per finire poi sul punto Y della battuta, e blablabla... Cioe', trovo utile cio' eventualmente dal punto di vista "analitico a posteriori", ma quando si e' con lo strumento in mano secondo me non si dovrebbe pensare razionalmente a queste cose, ma si dovrebbe aver assimilato e soprattutto ascoltato il be-bop (ma credo che questo discorso valga per qualunque genere musicale) al punto da avere in maniera spontanea una buona "pronuncia" della frase e una buona padronanza del linguaggio.


La ritmica del fraseggio è assolutamente fondamentale, non sapete quante volte il mio maestro mi abbia detto "e mettila una cazzo di terzina" o quante volte mi abbia sconsigliato altre cose che non funzionavano, sempre dal punto di vista ritmico (io molto spesso prediligevo/prediligo frasi con terzine in due movimenti, che trovavo/trovo funzionali...ma evidentemente non è così, almeno non sempre). Peppe, giustamente, parla di teorizzazioni molto valide che però probabilmente rischiano di lasciare il tempo che trovano nel momento "live", quando suoni (e questo, lo ripeto anch'io, vale in tutti i generi, è vero) non puoi stare a pensare cosa fare...e forse è proprio questo che mi frega nel non possedere ancora totalmente, e forse neanche parzialmente, il linguaggio del jazz, che non è ancora interiorizzato dal mio modo di suonare. Questo, nonostante abbia negli ultimi tempi intensificato i miei ascolti jazzistici, forzatomi anche laddove la struttura "tema- soli- scambi- tema" mi sembrava alquanto ripetitiva e noiosa, pur di apprendere qualcosa. Il problema, forse più che ritmico, dal mio punto di vista è quello della "pronuncia": le cosiddette "crome swing". Questo è un concetto che neanche un libro, neanche "How to play bebop" (seppur validissimo), riesce a spiegare. L'unica risposta che sento dirmi da tutti è "ascoltare". Ok ascoltare, ma sono abbastanza confuso. Inizialmente mi è stato accennato, anni fa, che queste famose crome "sottointendono" sempre la terzina..cosa che comunque succede sempre nel blues e anche nella tarantella (parola  che viene spesso tirata fuori dagli insegnanti quando stai suonando nel modo sbagliato): ecco, non so sinceramente come fare a suonare correttamente in quel modo. Negli anni le nuove informazioni che mi sono arrivate sono state: ok attenzione è swing, ma in realtà stai suonando dritto, "straight", ste cacchio di crome sono dritte, ma non dritte pop (ma dritte come allora?!), è un modo di intendere la frase completamente diverso, e soprattutto...sì belle le trascrizioni dei real book, utili, ma non saranno mai fedeli a quello che stai ascoltando davvero. Fondamentalmente il linguaggio che usiamo nelle partiture è figlio di un approccio classico, completamente diverso, è vero anche che negli ultimi decenni le partiture sono state condite da utili corollari e segni di ogni tipo che hanno aiutato l'esecutore o il semplice studioso a capire meglio l'intenzione di un brano.
Ottimi gli esempi che avete fatto di "Whims of Chambers" e di "Tricotism", che forse vi aiuteranno a capire meglio cosa voglia dire, e cosa causi la mia ancora attuale confusione in merito.
Voi tutti avete citato Deidda come uno dei migliori in questo campo, come darvi torto...ma dall'altro è anche vero che uno come lui (o Panascìa) fa parte di una generazione che ha assimilato questo linguaggio come suo, non come una lingua straniera. Io, con tutte le trascrizioni possibili del mondo, gli ascolti, i pattern segnati sul quaderno, e le frasi convincenti....non sarò mai un vero jazzista; ma non lo dico con delusione, so perfettamente come suono e chi suono, mi piace fare svariate cose.
Vorrei solo capire come fare meglio questo!
 




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Boss Invia Messaggio Privato
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
PeppeCampisi ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Credo comunque che per sviluppare questo tipo di consapevolezza l'approccio "istintuale" possa essere il migliore, ovvero "ascolto-assimilo-ripropongo". Ho letto diverse "teorizzazioni" che riguardano proprio "dove" suonare la frase in relazione alla battuta, il fatto di fare cadere le note dell'accordo in battere e altre cose del genere, sicuramente giuste, ma che non mi sono servite moltissimo perche', soprattutto a certe velocita', trovo quasi impossibile pensare "razionalmente" che si stanno mettendo le note dell'accordo in battere, ad esempio, o che si sta iniziando sul levare X per finire poi sul punto Y della battuta, e blablabla...


Tutto giusto.
Questo vale anche per l'aspetto melodico-armonico.
Assimilate le scale, gli accordi, le sostituzioni, il ritmo, si penserà, quando si suona, soltanto alla frase da suonare e non alla sostituzione che si va a fare, al ritmo ed al resto.

Per questo consiglio spesso di studiare armonia da un pianista e non soltanto sui libri, perchè gli accordi alterati, le scale, si assimilano suonando. Solo così ci si abitua subito a riconoscere quando il pianista sta suonando un determinato accordo o sta insistendo su una figurazione ritmica ecc...
Se manca l'orecchio (o l'istinto, cui facevi riferimento) è difficile anche metter su un buon interplay (che poi è ciò che fa la differenza tra una band che suona ed un gruppo di persone che esegue, ognuno per i fatti propri, dei brani).

Quindi, riassumerei in: scale, accordi, ritmica, in un primo momento, ascolto e trascrizioni, in seguito.
 




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Ninoobass Invia Messaggio Privato HomePage
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
Oggi ho trovato questa intervista fatta da Maurizio Catellani ad Alain Caron.
http://www.youtube.com/watch?v=rmKjD8mTNYY#t=0m28s

D: "puoi dirmi la cosa che più ti ha aiutato a migliorare drasticamente il tuo modo di suonare?"
R: "le lezioni prese con un pianista. Conosco un pianista a Montreal, che si chiama...(non ho capito il nome). Mi ha aperto gli occhi, sulla visione dell'armonia e su come improvvisare."

D: "la cosa più importante per lo sviluppo del tuo stile"
R: "cercare di non copiare nessuno..."

D: "come hai sviluppato le tue abilità improvvisative, soprattutto nei soli"
R: "all'inizio ho iniziato, come fanno un po' tutti, a copiare, copiare i soli, trascrivere i soli e copiare le frasi che ho imparato ma ad un certo punto non era abastanza e quindi ho iniziato ad analizzare ciò che stavo suonando e questa è la ragione per cui le lezioni di piano che ho preso mi hanno aperto veramente la testa, perché mi hanno insegnato come analizzare gli accordi (chord structures) e come metterci sopra delle belle melodie. Come essere melodico sopra i cambi di accordo e come analizzarli. E questa è stata la chiave per sviluppare le mie abilità".
 




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Ninoobass Invia Messaggio Privato HomePage
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
Ecco quello che avevo detto é condiviso anche dal grandissimo Caron, copiare non serve a nulla, se fatto in maniera passiva...
 




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Disponibile per Lezioni Online(contattatemi in privato)
 
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Messaggio Re: Sviluppare Il Fraseggio Be-bop: Tecniche Di Apprendimento 
 
e che per avere degli adeguati strumenti di analisi è molto utile prendere lezioni di armonia da un pianista e applicarla sta benedetta armonia (sul piano, sulla chitarra), non fermarsi allo studio teorico.

Alla fine conclude dicendo che la testa deve andare più veloce delle dita (la consapevolezza di cui si parlava).
 




Io uso: plettro e dita
 
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