Messaggi: 1880 Residenza: Salerno
Ven 07 Nov, 2008 19:04
Marco di Marzio ha dettoDunque dunque...
Una volta chiesi a Pat Metheny che scala usava in un pezzo...
Lui mi disse che da tempo ormai non pensava pi? a scale o a note da suonare...
All'epoca non capii ora forse ci sono...
Lui disse che a forza di suonare sapendo alla perfezione quello che faceva e le sue posizioni adoperate,
aveva sviluppato una sorta di manualit? per la quale qualsiasi cosa suonava (anche note decisamente "sbagliate")
suonava bene...
Sembrava assurdo ma tirai gi? una molti di soli di Metheny
(ad esempio All the things you are in Question and answer o la coda di Two for the road in Beyond the Missouri sky)
e mi resi conto che c'erano note "teoricamente sbagliate" e se le suonavo io facevano schifo...
mentre suonate da lui sono poesia...
Per? quello che sottoline? Metheny non fu che basta andare "a culo",
ma che quello era il punto di maturit? che si raggiunge dopo che ti sei "fatto il culo" (scusate!)...
Spero di essermi spiegato..
Umm Marco, dell'outplaying metheniano avrei un p? da dire.
Mi sembra che spesso ? volentieri si tratti di spostamenti semitonali di triadi oppure di frasi tipo melodiche ripetute in territorio out. Oppure frasette alla metheny cos? forti melodicamente da "superare" l'armonia. Insomma quando accellera scade nel detto e ridetto tante volte che st? bene ovunque.
Quando suona lento melodicamente allora s? che lo apprezzo, per l'appunto in Missouri. oh quel "Cinema Paradiso"

Ma anche in Song X suona diverso, improvvisa.
Cos? come Stern, l'ho trovato molto attento e consapevole di ogni sua frase. E'uno che studia molto davvero.
Chi mi ? parso veramente suonar a "cazzo", ? stato soprattutto Scott Henderson con quella levaccia.