in questo tred vorrei riassumere le nozioni basilari, alcune delle quali ho già espresso in altri post, per poter organizzare una Pedalboard ben fatta.
Possiamo dividere il ragionamento in tre sezioni, paragonandole ognuna ad un sistema dell'organismo umano:
-L'alimentazione dei pedali possiamo vederla come il sistema cardiocircolatorio, dove il cuore (trasformatori) pompa il sangue (corrente) tramite i vasi sanguigni (cavi alimentazione).
-Gli effetti diventano i muscoli che permettono al nostro corpo di muoversi (il movimento lo vedo come il suono).
- I cavi pach sono la struttura che tiene in sesto il nostro corpo come uno Scheletro.
Facendo questa similitudine capiamo bene come un corpo deve essere curato in tutte le sue parti. Se abbiamo muscoli forti ma un sistema cardiaco debole, o uno scheletro fragile, la nostra forza servirà a ben poco.
Alimentazione
La parte dell'alimentazione è spesso trascurata nella realizzazione delle pedalboard, e questo è una grande e grave mancanza.
La maggior parte dei rumori e/o difetti arriva proprio da quello che dovrebbe essere il punto di partenza delle nostre pedaliere.
L'ideale in termini di semplicità concettuale è la pila, perché di fatto è una fonte di corrente indipendente per ogni pedale ed esente da rumori vari, ma sappiamo che per sistemi complessi questa soluzione non è percorribile, perché scomode da cambiare e costose nel tempo.
Quindi non ci resta che analizzare la soluzione alimentatore che se ben fatto avrà una riuscita silenziosa, altrimenti se non adeguatamente progettato sarà fonte di rumore.
la soluzione migliore per i nostri pedalini è l'alimentatore a cascata o serie.
Per alimentatore a cascata se ne intente uno composto dai seguenti elementi collegati in serie:
-un trasformatore: provvede a ridurre (o in rari casi aumentare) la tensione proveniente dalla rete elettrica per avvicinarla al valore richiesto dal carico da servire.
-un raddrizzatore: trasforma la corrente alternata fornita dal trasformatore in corrente continua. Può essere a diodo singolo o a ponte di Graetz (dal nome del suo inventore, il fisico tedesco Leo Graetz).
-un filtro livellatore: livella la corrente unidirezionale pulsante uscente dal raddrizzatore in una corrente più uniforme e costante. Solitamente rappresentato semplicemente da un condensatore elettrolitico.
-un circuito elettronico stabilizzatore detto anche regolatore, che può spaziare da un semplice diodo zener ad un circuito integrato dedicato.
In parole povere e semplificando il concetto la tensione viene limitata mantenendola costante.
(Io per il mio alimentatore multiplo ho usato questo sistema ma con due trasformatori con doppio secondario in modo da avere 4 linee isolate.)
Ultimamente sono arrivati sul mercato una valanga di alimentatori switching (quelli che si usano anche per i computer portatili).
Con gran Gioia di molti le dimensioni si sono ridotte, la potenza è aumentata ed il prezzo notevolmente più economico.
Sembra essere la terra promessa, ma...
il problema è che questo sistema va ad invadere le frequenze captate dei pedali ed amplificatori generando una serie di armoniche che, più complessa e con numerosi apparecchi è la pedalboard, maggiori saranno le probabilità che queste vengano captate. (Avete mai provato ad alimentate un Fuzz "vintagioso" con uno switching? )
E' da dire che ci sono anche pedali che non vengono infastiditi da queste frequenze ed è anche vero che gli switching sul mercato per strumenti hanno un "filtro" che tende ad combattere questo effetto, ma a peggiorare la già precaria situazione c'è la "mania" delle daisy chain, e qui i Loop di massa fanno il fumo!!!
Il consiglio che do io è quello di analizzare il proprio sistema e cercare la soluzione migliore, ma se volete comprare un alimentatore (di qualsiasi tipo) fare questa prova pratica:
Usate un semplice Overdrive con la pila, alzate al massimo l' Amplificatore e tenete il Basso con volume chiuso, sentirete il normale rumore di fondo, inserite dopo l'alimentatore.
Se l'alimentatore non è buono ci sarà o un aumento di fruscio o qualche frequenza fastidiosa che si sommerà o il tipico suono "HUM".
Effetti
Buffer vs True ByPass
Mi è capitato spesso parlando con persone che mi chiedevano consigli su pedali e pedalboard di sentirmi fare questa domanda, "Cos'è il ByPass?" ed ho potuto notare che spesso si attribuiscono "magici" poteri a questo termine.
Il true bypass (TBP) ? un modo di commutazione dove, nella posizione di esclusione (bypass), il segnale va direttamente dalla presa dell'input tramite l'interruttore alla presa dell'uscita senza passare per il circuito dell'effetto. Cos? si ottiene una linea diretta tra l' IN e l' OUT, in cui il segnale non subisce rilevante degradazione poich? la resistenza dei fili e dell'interruttore stesso risulta essere di grandezze nell'ordine di Micro-Ohm.
Guardando questo schema (fate particolare attenzione, in questo esempio non è presente il led per semplificare la spiegazione) possiamo notare come il segnale venga deviato seguendo il verso indicato dalle frecce blu. Le linee rosse rappresentano i collegamenti interni al selettore (in questo caso un DPDT).
Confrontiamolo ora con un pedale canonico.
L'Input del circuito è sempre collegato al percorso del segnale lasciando sempre "acceso" il nostro circuito. Questo tipo di commutazione è stata usata gli interruttori SPDT più economici e di facile reperibilità rispetto a quelli di qualità DPDT richiesti per il TBP.
Come chiunque può vedere, è sotto commutazione solo la presa di uscita, il selettore I/O collega l'out del circuito per il suono effettato e lo scollega per il suono dry. Perci? quando la presa IN e la presa OUT all'interruttore STDP l'IN della board del circuito è collegata al segnale e la sua impedenza danneggia il segnale. Questo tipo di commutazione può quindi causare la perdita del volume e di alcune frequenze ed ? la ragione per cui, ad esempio, molti pedali wahwah "mangiano" i toni.
Con il TBP l'impedenza dell' input dell'effetto non ha influenza nella discussione che stiamo facendo; l'interruttore a sei piedini (ricordiamoci che siamo in assenza di led) è progettato ed usato per eliminare dal segnale tutta l'azione del carico d'impedenza dell'input del circuito del pedale, rendendo il suono completamente isolato quando l'interruttore esclude il circuito dell'effetto. Così non ci importerà se siamo davanti ad un tube amp (con impedenza alta) o su un circuito a transistor (impedenza bassa).
Ma "True ByPass" non è il contrario di "Buffer"...
sono due sistemi che possono coesistere, e non è detto che in assoluto uno sia migliore dell'altro.
Prendiamo ad esempio un classico pedale Bufferizzato come può essere un Boss;
La Boss ha puntato a realizzare un metodo molto efficace e soprattutto economico dovuto ai costi di una produzione di massa, il sistema di switching elettronico a flip-flop che tutti noi abbiamo attivato con il nostro piedino almeno una volta nella vita bassistica!
Ora per evitare lo sbilanciamento di ingresso dell'impedenza ha aggiunto il famigerato Buffer, il problema sorge quando andando ad analizzare si capisce che il disegno ingegneristico dei buffer dei loro circuiti ,quando sono in bypass, lascia a desiderare.
Qui potete vedere la risposta in frequenza di un GE7 in True ByPass
piatta in tutta l'intera banda, solo verso i 19.6Khz si può apprezzare una leggera flessione della frequenza, dovuta alla capacità dei cavi utilizzati.
Cosa è successo in questa seconda immagine??? Semplicemente è il GE7 nel suo Bypass di fabbrica
L'ampiezza del segnale è scesa di una grandezza di 1 o 2 dB
Quindi il nostro segnale è stato attenuato! Aggiungendo anche rumore...
Ora la domanda nasce spontanea....
Cosa succederebbe se avessimo in pedalboard una decina di pedali boss?
Il segnale ne uscirebbe attenuato per l'effetto sopra indicato per una grandezza moltiplicata da ogni singolo pedale.
Una grandezza che può essere paragonata come mettere a 7 su 10 il volume di uscita del nostro basso.
I circuiti di buffer non sono tutti uguali, quindi il Buffer deve essere di qualità altrimenti avreste l'effetto opposto al desiderato.
Poi ci sono anche altri problemi con determinate tipologie di effetto,
il primo che mi viene in mente è il Fuzz. Un Fuzz Face cambia suono se gli metti davanti un pedale con buffer! In questo caso è consigliato mettere il buffer dopo.
Capite dunque come ogni situazione vada analizzata e presa la soluzione migliore caso per caso.
Comunque torneremo sull'utilità del buffer quando parleremo dello "scheletro".
Posizionamento effetti:
Come bassisti molti di noi non avranno tutti quelli che ho messo nell'elenco, ma il concetto di base non cambia.
In linea di massima vanno posizionati a monte della catena tutti quegli effetti che non hanno a che vedere con la natura stessa del suono (Buffer e Accordatori, ecc. ecc.) , seguiti da chi ha la peculiarità di equalizzare intervenendo in maniera drastica sul sound (i così detti pre : boost, overdrive, distorsori), infine i veri e propri effetti che colorano il suono (chorus, flanger, delay , ecc. ecc.).
Alcuni effetti possono cambiano se inseriti nelle mandate effetti degli ampli ( send e return ) qualora l' amplificatore ne fosse provvisto (**).
Il più comune posizionamento dei pedali è la seguente:
- Buffer
- Accordatore
- Equalizzatore
- Compressore
- WhaWha
- Filter
- Octaver e Harmonizer
- Booster
- Overdrive/Distorsori/Fuzz (in ordine crescente di distorsione)
- Noise Gate
- Pedale Volume
** quasi sempre posizionati nel Send/Return
- Chorus/Flanger/Phaser
- Delay
- Riverbero
Mettiamo anche qualche variante:
-Molto usato è anche il Wha prima del compressore
-L'equalizzatore dopo le distorsioni in modo da aggiustare i toni dopo lo stadio distorsioni.
-Il booster come ultima distorsione per aumentare il volume e non il gain delle altre distorsioni.
-Il pedale volume come primo pedale per usarlo in maniera simile al volume dello strumento.
-Alcuni fuzz lavorano meglio se messi ad inizio catena prima del wah.
Naturalmente tutto questo non è oro colato ed è tutto in forma teorica, poiché di eccezioni, anche tra i grandi Big e professionisti, non mancano. Questo perché spostare un effetto prima o dopo nella catena influisce pesantemente sulla sonorità.
Quindi sperimentare diverse posizioni non guasta , e posizionare un pedale dove il nostro gusto preferisce è la vera regola!
I cavi pach:
Fondamentale per la resa del suono è utilizzare cavi buoni!!! Non mi stancherò mai di dirlo, devono essere di alta qualità, con bassissimi pF/metro (sotto i 100pF/m) e soprattutto che siano i più corti possibile.
Non dobbiamo fare l'errore di usare cavi di buona qualità solo per il traggitto Basso/Pedalboard e Pedalboard/Ampli. Se andiamo ad analizzare con formule e numeri ci accorgeremo che la lunghezza totale della linea di segnale che parte dal basso fino ad arrivare all'amplificatore diventerebbe la somma di:
lunghezza cavo basso-pedalboard +
lunghezza di tutti i cavetti patch +
lunghezza cavo pedalboard-amp
Ora prendo come esempio un mio Precision che monta al ponte un Seymour Duncan SJB-2 che ha un'impedenza di 16.4Kohm, un cavo chitarra-pedalboard lungo 3metri da 88pf/metro, 3 cavetti patch lunghi 15cm ciascuno da 68pf/metro e un cavo pedalboard-amp lungo 6metri da 88pf/metro. Voglio calcolare a quale frequenza comincia il taglio degli acuti con i pedali spenti e tutti true bypass:
3metri x 88pF/m = 264 pF
0,45m x 68pF/m = 30,6 pF
6metri x 88pF/m = 528 pF
la somma delle capacità dei cavi sarà 264pF + 30,6pF + 528pF = 822,6pF
l'impedenza del pickup forma un filtro passa-basso con la capacità del cavo seguendo questa relazione
freq taglio a -3db = 1 / (2*pi*R*C)
vado a sostituire la capacità dei nostri cavi e l'impedenza del nostro pickup e otteniamo:
1 / (6,28 x 16,4 KOhm x 822,6x10^-12) = 11812 Hz
Quindi usando un classico pickup J collegato ad un ottimo cavo da 3metri, collegato a sua volta a 4 pedali true bypass (spenti) con ottimi cavetti patch della lunghezza totale di 45cm, collegati all'amplificatore attraverso un ottimo cavo da 6metri, crea un filtro passa-basso con una frequenza di taglio a -3db di 11.8 Khz.
Il dato ottenuto è accettabile, considerato che la larghezza di banda di 11.8Khz è ampia a tal punto da riuscire a contenere nel segnale finale che entra nell'amplificatore, tutto il contenuto armonico di grado superiore al 1° delle frequenze di ogni corda.
Ora........
pensate cosa accadrebbe se invece di 3 cavetti patch da 68pF/m ne avessi 3 da 300pF/m (quelli economici da un paio di €)
Accadrebbe che la capacità totale aumenterebbe da 822,6pF a 927pF con una conseguente riduzione della frequenza di taglio superiore da 11.8kHz a 10.4Khz. Il dato è ancora accettabile, ma solo perchè abbiamo 3 pedali true bypass in catena!
Con 10 10 pedali collegati con gli stessi cavetti economici da 300pF/m e i cavi da basso a pedalboard e da pedalboard ad amplificatore da 200pF/m la capacità totale diventerebbe 2200pF per soli 10metri di cavo totali e produrrebbe un taglio superiore a 4.4Khz!!! I nostri cugini chitarristi si sarebbero già impiccati.
Qual è la soluzione a questo massiccio taglio?
Ci sono 2 alternative: investire per acquistare cavi per abbassare la capacità totale, oppure abbassare l'impedenza del pickup con un BUFFER.
Per finire analizziamo quindi come promesso l'argomento Buffer...
Il suo compito non è solo quello di abbassare l'impedenza d'uscita, ma anche quello di isolare i diversi stadi circuitali affinché non siano interagenti tra di loro, favorendo il massimo trasferimento di segnale tra gli stadi stessi.
Questo vuol dire che ogni singolo effetto in pedaliera dovrebbe avere un buffer dedicato per isolare ogni circuito e per avere una bassa impedenza d'uscita costante su ogni pedale, al fine di evitare tagli di acuti e conseguenti attenuazioni di segnale. (Il Sig. Pete Cornish ringrazia )