E? da circa un mese che possiedo questa testata e, avendo imparato a conoscerla abbastanza bene, ho pensato di scrivere una breve recensione.
Spero di fare cosa gradita, soprattutto a chi desidera un ampli interamente valvolare senza spendere un patrimonio.
L?oggetto in questione ? una Sound City L120 Mark IV, costruita in Inghilterra nel 1973 dalla Dallas Arbiter.
120 watt (125 effettivi) in classe A/B.
I circuiti sono cablati a mano su turret board.
L?esemplare in mio possesso ? un amplificatore per chitarra (L sta per lead), ma che si presta in maniera splendida all?utilizzo con il nostro strumento.
E? stata prodotta anche la versione per basso, denominata B120, che per? ? molto difficile da trovare, e differisce esclusivamente per un condensatore che va ad agire sul controllo BASS.
Con un Precision si comporta in maniera ottima, ma avrei qualche perplessit? sull?uso con strumenti pluricordati.
Il progetto originale ? di Dave Reevs, reso celebre dal marchio Hiwatt, di cui ? stato il progettista.
Le due ?sorelle inglesi? hanno molto in comune, sia a livello di suono che di layout e componentistica.
La somiglianza si nota a prima vista: il case ? molto simile a quello di una DR103.
La copertura ? in tolex nero molto robusto, arricchito dalla presenza di un piping metallico con finitura cromata.
Le valvole amplificatrici utilizzate sono sei EL34 Mullard, mentre il pre si basa su quattro ECC83 e una ECC81 (driver), prodotte dalla Brimar.
I trasformatori di alimentazione e di uscita sono Partridge:
il primo ? dotato di un selettore di tensione a quattro posizioni (105, 115, 225 e 245 volt), il secondo di un selettore di impedenza (16, 8, 4 ohm e 100 v line).
La testata ? dotata di due canali, Normal e Brilliant (linkabili), ognuno dei quali dispone di un ingresso normale e di uno attenuato (per strumenti attivi), oltre al proprio volume. L?equalizzatore attivo (Bass, Middle, Treble e Presence), invece ? condiviso.
Attivo perch? agisce sulle varie frequenze come dei controlli di gain dedicati.
Sono presenti anche due ingressi SLAVE, uno attenuato e uno normale, che permettono di pilotare un altro finale.
Sul pannello posteriore, oltre ai selettori di impedenza e tensione ci sono un loop IN e OUT per il riverbero, che probabilmente pu? essere utilizzato con qualsiasi effetto, uno switch SENSIVITY a due posizioni, che permette di dimezzare la potenza dell?amplificatore modificando il bias di una valvola preamplificatrice e, infine, due uscite jack per gli speaker.
Dopo questa pappardella passo a descrivere il suono.
Il volume prodotto, anche con una cassa mangia watt come la Ampeg SVT 4x10 HE, ? veramente stupefacente.
In fingerstyle si riesce ad ottenere un suono bello rotondo e potente, con quella punta di cattiveria che aiuta a farsi sentire, ma ? suonando con il plettro che la bestia si scatena: basta aprire il tono del basso per ottenere un suono incazzato e sferragliante, con una buona dose di overdrive, che mette i brividi.
Tutto quello che arriva dal basso, ogni minima sfumatura, viene trasmessa con una ?limpidezza? eccezionale.
Ponticellando i due canali si riescono ad ottenere suoni veramente splendidi.
Solo due le pecche che ho riscontrato: il rumore di fondo, caratteristico di questa testata, probabilmente provocato dai condensatori vicini agli ?anta, e il peso (22 kg).
Ma in fondo chi se ne frega, sono giovane.
Ecco qualche foto:
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