Premetto che amo bassi con caratteristiche vintage, come il radius accentuato, tasti piccoli, dettagli 50's, 60's, 70's, proprio per una questione di feeling, oltre che per i dettagli estetici. E ne sono davvero appassionato. Poi, ovvio, ho suonato e suonerei un po’ tutto, ma se posso scegliere..
In passato avevo posseduto un Precision Classic 50 ed ultimamente ne avevo ripreso uno, un po per la voglia di avere il suono del P, un po per riprovare il feeling col manico più grosso e tozzo rispetto ai Jazz Bass, che ho sempre suonato.
Risultato: me ne sono completamente innamorato! Da qui ho iniziato a pensare di voler prendere un Precision più serio. In mente avevo il basso che mi attrae da sempre, ovvero il Precision American Vintage '58 White Blonde. Un basso mai preso in considerazione da me, avendo sempre suonato Jazz Bass, per via della sonorità e del manico più piccolo.
Dunque, dopo aver venduto un po di roba, tra cui il Classic 50, ho acquistato l'American Vintage '58 White Blonde ed ho pensato di fare cosa gradita pubblicando qui una mia recensione con riferimento a molti dettagli di cui finora ho letto poco o nulla in giro, nonostante si sia parlato spesso della nuova serie American Vintage.
Innanzitutto, appena uscita, questa serie sembrava che si trattasse solo di un riaggiornamento dei colori. Sicuramente è andata anche così, ma non solo, infatti c'è molto di più. Soprattutto sono stati curati dei dettagli, molti dei quali sono indicati e pubblicizzati dalla Fender stessa (p.u., verniciatura, ecc....), altri invece ho avuto modo di constatarli di persona sul mio strumento e possono essere notati forse solo da intenditori di Fender d'annata.
Non mi dilungo sulle specifiche tecniche, che già conoscerete o che comunque trovate in giro su vari siti. Al massimo ribadisco alcuni aspetti salienti.
Passiamo ora alla descrizione del basso, che va a sostituire la precedente riedizione '57, come ormai saprete.
Manico e tastiera:
Il manico e la tastiera sono in un pezzo unico di acero, con capotasto in osso, più largo (44,1mm) rispetto ai moderni Precision (41,3mm), come lo era anche il P'57 ed è il P Classic 50, ma rispetto a questi ultimi due, risulta meno ciccio lungo tutto il retromanico, diciamo che è un po più piatto.
Il trasparente del manico è privo di pigmenti coloranti. Per capirci: il manico del '57 e del Classic 50 è un acero tendente all'arancio, perciò più scuro, mentre il '58 ha un manico molto chiaro, proprio come in teoria usciva di fabbrica. Poi saranno eventualmente gli anni ad "abbronzare" la finitura.
I tasti ovviamente sono i vintage, molto piccoli e sottili ed il radius è ovviamente da 7,25", aspetti che da sempre adoro.
Tra l'altro la tastatura è davvero perfetta e permette action piuttosto basse.
Il bordo del manico alla fine dei tasti è ben smussato e davvero molto arrotondato. Il Classic 50 ha invece un bordo manico più squadrato, non arrotondato. Credo che fosse così anche il '57, ma non ricordo con certezza.
Poi, cosa molto importante, i dead spot nella solita zona che affligge i tutti i Fender quasi non sono presenti, si notano appena, un po’ come era nel Jazz ’64 Relic Custom Shop che possedevo.
Body:
Il body è in frassino (solo con questo colore, negli altri colori è ontano). Un unico pezzo di frassino. Ebbene sì, l'avevo letto nelle specifiche riportate sul Sito del negozio, ma non avevo dato peso a questa cosa, in quanto Fender non è solita usare body in unico pezzo, figuriamoci poi nelle produzioni recenti!
Infatti, anche il Jazz '64 Relic Custom Shop che avevo, non era un pezzo unico, ma presentava il body in due pezzi, anche se incollati al centro in maniera perfetta, tanto da sembrare un pezzo unico.
Ad ogni modo, è bene precisare che questo aspetto, a mio parere ed esperienza, non conta proprio nulla sul suono. E tra l'altro non mi interessa neanche per un discorso di pregio dello strumento. È un aspetto che non prendo in considerazione nell'acquisto di un basso, non mi interessa proprio se il body è in due o tre pezzi o uno solo, ma in questo caso era giusto raccontarvi di questo dettaglio.
Inoltre, è davvero leggerissimo, ma proprio tanto! Cosa che non mi aspettavo da un body in frassino. Sicuramente è dovuto anche o soprattutto al tipo di vernice (poca e leggera) e turapori usati.
Passiamo ora alla tanto chiacchierata laccatura.
Sia il manico che il body sono verniciati con nitrocellulosa.
Per il body si tratta, nel mio caso, del colore White Blonde appunto, lo stesso colore che c'era anche nella serie precedente (P '57) e che io adoro, anche in virtù dell'accostamento con il pickguard giallo dorato. Il colore è un bianco leggermente più scuro (color panna, per capirci) rispetto all'olimpic white e leggermente trasparente, lascia intravedere le venature del frassino. Davvero uno spettacolo! Stesso colore della Strato ’56 Mary Kaye, per chi la conoscesse.
Si è parlato molto della finitura della nuova serie di bassi e chitarre American Vintage: la stessa Fender ha pubblicizzato questi nuovi strumenti per la finitura riproposta integralmente come nell'era pre-CBS, ovvero tutta nitro sulle nuove riedizioni 50's e 60's, al contrario dei precedenti American Vintage in cui vi era un fondo poliuretanico.
Vi confermo che differenza c'è eccome!!!!!
La vernice è davvero sottile e delicatissima. Più porosa, delicata e sottile rispetto non solo ovviamente alla poliuretanica, ma anche alla precedente serie American Vintage in nitro!
Potrei davvero paragonarla alla finitura che avevo sul Custom Shop.
In verità, in alcuni punti in controluce già si inizia a vedere il processo di penetrazione in alcuni pori del legno, un po' come era sul Custom Shop Relic.
Inoltre, anche sotto le cover cromata del pick up e del ponte, la vernice tende subito a segnarsi.
Pick up:
Il pick-up è il nuovo '58. Se è davvero nuovo nessuno può dirlo, o meglio, è la Fender che ce lo dice, ma poco importa, purché suoni bene e sia di alta qualità! Inoltre rispetta le specifiche dell'epoca, presentando i poli di tipo "raised" sotto la corda del La, cioè molto sporgenti, in teoria con lo scopo di avere un volume delle corde Mi e La più bilanciato.
Pickguard:
Il pickguard all'apparenza può sembrare identico al modello montato nella precedente riedizione '57, mentre in verità, pur essendo anche questo in alluminio anodizzato oro, al contrario del '57 è verniciato con trasparente alla nitro, risultando anche molto più gradevole al tatto ed ovviamente liscio.
Hardware:
Riguardo all'hardware, non mi dilungo. Si tratta per lo più di quello che già conosciamo: meccaniche reverse, ponte vintage style con sellette zigrinate, strap button vintage style, poggiadito (thumbrest) e cover cromate (p.u. e ponte) montate.
Dettagli particolari non conosciuti:
Veniamo ora ad alcuni dettagli, molti dei quali non mi aspettavo, in quanto non sono pubblicizzati da Fender e neanche indicati nelle specifiche. Davvero un plauso a Fender, tanta è la cura e l'attenzione per gli stessi, in riferimento all'annata di cui il basso è riedizione.
Ve ne cito alcuni:
-Iniziando dalla paletta, troviamo la decal sopra la finitura, cioè sopra la vernice e non sotto, in linea con l'epoca.
-Il capotasto è in osso.
-Lo "string retainer" sulla paletta è diverso rispetto a quello montato sia sui Fender moderni, sia sulle riedizioni American Vintage 60's e 70's. Sembrerebbe quasi cromato anziché nichelato. Inoltre é un po smussato nel contorno ai bordi, anziché tagliato di netto. Non so se sia un riferimento dell'epoca, però ho notato che i nuovi '58 (e solo i '58) hanno tutti lo string retainer così.
-Nel retro paletta non vi è più lo strap button, come invece erroneamente era nella riedizione '57.
-Le chiavette reverse hanno invece molta filettatura sul perno che ruota l'ingranaggio, per una maggiore accuratezza nell'accordare (questa è stata, oggi, la scelta del costruttore Gotoh, che così le riproduce), mentre all'epoca avevano una filettatura minore e più grossa, con un diverso rapporto (gear ratio) ed erano pertanto meno accurate e precise nell'accordare.
-Nel retro paletta, nella parte su cui poggia la placca delle chiavette non sono ricavati gli scassi in corrispondenza delle sporgenze interne della placca delle meccaniche stesse, proprio come non lo era neanche all'epoca. Infatti la placca delle chiavette risulta giustamente sollevata nella parte centrale (in prossimità del perno) rispetto al piano della paletta.
-La vernice "Flash Laquer" come nell'epoca. Fender dichiara lo stesso metodo di verniciatura e laccatura dell'epoca. Magari non sarà così, ed in verità se il metodo utilizzato sia esattamente lo stesso poco importa. La cosa interessante, però, è che la verniciatura è davvero tutta nitro. Sottilissima. Delicatissima. Leggerissima. Proprio come nell'epoca.
-Le cover del p.u. e del ponte sono già montate di fabbrica, com'è giusto che sia (era così anche nel '58, e fino all'81/'82, se non ricordo male), con la gommapiuma stoppacorde sotto la cover del ponte. Faccio notare che neanche il mio Jazz '64 Custom Shop aveva la gommapiuma montata dalla fabbrica, come sarebbe dovuto essere. In questo caso, comunque ho rimosso la gommapiuma (conservandola comunque a parte) per avere più sustain, come siamo normalmente abituati a suonare oggi. Ovviamente, se si tolgono le cover, rimarranno i buchi e un po' i segni sulla vernice, sia sul body vicino al ponte, sia sul battipenna laccato. Altro dettaglio: la cover cromata del p.u. mi sembra abbia una forma più squadrata e meno tonda rispetto alla precedente riedizione '57.
-Il ponte, come accennato, è il classico lamierino che tutti conosciamo, ma ho ho trovato un dettaglio inaspettato. Come tutti sapete, le sellette sono di tipo zigrinato. Particolare che non tutti conoscono, però, è che la spaziatura della zigrinatura era diversa tra gli anni 50 e 60. Negli anni 50, infatti, era molto meno accentuata, meno pronunciata e meno spaziata.
Fender, in questo strumento, ha riprodotto il ponte proprio con le sellette zigrinate così come erano negli anni 50! Questo dettaglio davvero non me lo sarei mai aspettato! Considerate infatti che probabilmente quasi nessuno ci avrebbe fatto caso e Fender poteva fregarsene di curare questo particolare, riproducendo i ponti vintage style tutti uguali!
Suono:
Ora, la cosa più importante: Come suona?
Vero. È la cosa più importante, ma sulla quale forse c’è meno da descrivere. Il suono non può essere che quello del Precision! Punto. Il suono che tutti conosciamo. Ad ogni modo, il basso per il mio gusto è favoloso! Un sound aggressivo, legnoso, molto definito ma ricco, e che può essere allo stesso tempo molto "smooth" e rotondo, ma mantenendo sempre grande definizione.
Particolare degno di nota è il controllo di tono, piuttosto invadente quando si chiude nel tagliare gli alti, dovuto soprattutto al condensatore da 0,1 che monta, ma davvero molto bello a mio gusto. Voglio ancora sottolineare quanto questo ’58 sia molto definito per essere un Precision.
Sicuramente il paragone con il P ’50 non ha senso, vista la fascia di prezzo, ma vale la pena notare che nonostante abbiano entrambi il condensatore da 0,1, se si chiude il tono, il P ’50 tende a perdere un po di volume, attacco e definizione, mentre il ’58 diventa molto bassoso, mantenendo comunque attacco, definizione ed output. Sono poi rimasto impressionato se si suona verso la tastiera, piuttosto che sul p.u. o verso il ponte: un suono più morbido, più smooth, ma sempre tanta definizione e attacco a mio parere.
Custodia e accessori:
L'astuccio é in tweed color giallo, con manico e bordi in vinile marrone e cerniere dorate, costruito come di consueto dalla G&G. Per chi non lo sapesse, il vinile é una sorta di finta pelle. Le custodie dei bassi e chitarre American Vintage 60's e 70's sono completamente rivestite in vinile, bordi e tutta la custodia esterna. Quelle degli American Vintage 50's in tweed, con solo i bordi in vinile. Il tweed si presenta come un tessuto con fili gialli e marroni (con prevalenza di giallo, che appunto dà l'effetto finale).
Tra gli oggetti in dotazione, troviamo una busta in carta gialla (come quella che comprate alle poste per inviare i documenti, per capirci) di grandi dimensioni, marchiata Fender e "58 Precision", contenente la riproduzione esatta del manuale che veniva fornito col basso nel '58, nel quale veniva spiegato come approcciarsi al basso elettrico e come suonarlo. Questa è una trovata che mi è piaciuta molto.
Vi è poi una busta di plastica contenente altri manuali, come quello sulla garanzia, sulla cura strumento e cura della vernice nitro.
A ciò si aggiunge anche una pezzolina in cotone di buona qualità, marchiata Fender, x la pulizia dello strumento, in una busta sigillata.
Vi è poi il cavo jack grigio vintage style che ormai conosciamo, in quanto veniva fornito anche con la precedente serie American Vintage.
Infine, viene fornita una tracolla vintage in pelle. Si tratta di quelle sottilissime, con la spallina inserita.
Una curiosità:
Come abbiamo visto, Fender ha rispettato davvero tanti dettagli dell'epoca, ma avrà tenuto conto del tipo di corde che il basso montava negli anni 50?
È bene ricordare che all'epoca non esistevano le corde ruvide che conosciamo oggi, ma solo le lisce. Ebbene, qui c'è stata un'altra sorpresa apprezzata: tra gli accessori viene fornito un bel set di corde lisce! Questo, poiché sul basso sono montate di fabbrica corde ruvide.
In conclusione:
Il mio parere, in conclusione, è che questa nuova serie American Vintage mi sembra molto vicina al Custom Shop. Davvero sembri che manchi solo il taglio "quarter shawn" del manico per essere come un Custom Shop.
Con questo basso viene ulteriormente confermata l'impressione che stavo avendo negli ultimi anni, ovvero che la produzione Fender sia notevolmente migliorata e livellata. Basti pensare anche agli attuali American Standard, giusto per fare un esempio, davvero ben fatti, notevolmente più belli e meglio rifiniti rispetto a prima, e così fino all'American Vintage, costruiti e rifiniti ancora meglio di prima e con maggior cura ai dettagli delle annate di riferimento.
Tra l’altro, in tutta onestà, negli ultimi tempi difficilmente mi è capitato un Fender che suonasse male o che non mi piacesse..
Brava Fender.
Avevo fatto le foto in alta risoluzione, ma per motivi di Regolamento le pubblico a bassa risoluzione..purtroppo vengono perse molte sfumature, ma spero che rendano comunque l’idea.
Ve ne mostro qualcuna qui. Altre foto con dettagli che ho citato le pubblicherò nei prossimi post.
In passato avevo posseduto un Precision Classic 50 ed ultimamente ne avevo ripreso uno, un po per la voglia di avere il suono del P, un po per riprovare il feeling col manico più grosso e tozzo rispetto ai Jazz Bass, che ho sempre suonato.
Risultato: me ne sono completamente innamorato! Da qui ho iniziato a pensare di voler prendere un Precision più serio. In mente avevo il basso che mi attrae da sempre, ovvero il Precision American Vintage '58 White Blonde. Un basso mai preso in considerazione da me, avendo sempre suonato Jazz Bass, per via della sonorità e del manico più piccolo.
Dunque, dopo aver venduto un po di roba, tra cui il Classic 50, ho acquistato l'American Vintage '58 White Blonde ed ho pensato di fare cosa gradita pubblicando qui una mia recensione con riferimento a molti dettagli di cui finora ho letto poco o nulla in giro, nonostante si sia parlato spesso della nuova serie American Vintage.
Innanzitutto, appena uscita, questa serie sembrava che si trattasse solo di un riaggiornamento dei colori. Sicuramente è andata anche così, ma non solo, infatti c'è molto di più. Soprattutto sono stati curati dei dettagli, molti dei quali sono indicati e pubblicizzati dalla Fender stessa (p.u., verniciatura, ecc....), altri invece ho avuto modo di constatarli di persona sul mio strumento e possono essere notati forse solo da intenditori di Fender d'annata.
Non mi dilungo sulle specifiche tecniche, che già conoscerete o che comunque trovate in giro su vari siti. Al massimo ribadisco alcuni aspetti salienti.
Passiamo ora alla descrizione del basso, che va a sostituire la precedente riedizione '57, come ormai saprete.
Manico e tastiera:
Il manico e la tastiera sono in un pezzo unico di acero, con capotasto in osso, più largo (44,1mm) rispetto ai moderni Precision (41,3mm), come lo era anche il P'57 ed è il P Classic 50, ma rispetto a questi ultimi due, risulta meno ciccio lungo tutto il retromanico, diciamo che è un po più piatto.
Il trasparente del manico è privo di pigmenti coloranti. Per capirci: il manico del '57 e del Classic 50 è un acero tendente all'arancio, perciò più scuro, mentre il '58 ha un manico molto chiaro, proprio come in teoria usciva di fabbrica. Poi saranno eventualmente gli anni ad "abbronzare" la finitura.
I tasti ovviamente sono i vintage, molto piccoli e sottili ed il radius è ovviamente da 7,25", aspetti che da sempre adoro.
Tra l'altro la tastatura è davvero perfetta e permette action piuttosto basse.
Il bordo del manico alla fine dei tasti è ben smussato e davvero molto arrotondato. Il Classic 50 ha invece un bordo manico più squadrato, non arrotondato. Credo che fosse così anche il '57, ma non ricordo con certezza.
Poi, cosa molto importante, i dead spot nella solita zona che affligge i tutti i Fender quasi non sono presenti, si notano appena, un po’ come era nel Jazz ’64 Relic Custom Shop che possedevo.
Body:
Il body è in frassino (solo con questo colore, negli altri colori è ontano). Un unico pezzo di frassino. Ebbene sì, l'avevo letto nelle specifiche riportate sul Sito del negozio, ma non avevo dato peso a questa cosa, in quanto Fender non è solita usare body in unico pezzo, figuriamoci poi nelle produzioni recenti!
Infatti, anche il Jazz '64 Relic Custom Shop che avevo, non era un pezzo unico, ma presentava il body in due pezzi, anche se incollati al centro in maniera perfetta, tanto da sembrare un pezzo unico.
Ad ogni modo, è bene precisare che questo aspetto, a mio parere ed esperienza, non conta proprio nulla sul suono. E tra l'altro non mi interessa neanche per un discorso di pregio dello strumento. È un aspetto che non prendo in considerazione nell'acquisto di un basso, non mi interessa proprio se il body è in due o tre pezzi o uno solo, ma in questo caso era giusto raccontarvi di questo dettaglio.
Inoltre, è davvero leggerissimo, ma proprio tanto! Cosa che non mi aspettavo da un body in frassino. Sicuramente è dovuto anche o soprattutto al tipo di vernice (poca e leggera) e turapori usati.
Passiamo ora alla tanto chiacchierata laccatura.
Sia il manico che il body sono verniciati con nitrocellulosa.
Per il body si tratta, nel mio caso, del colore White Blonde appunto, lo stesso colore che c'era anche nella serie precedente (P '57) e che io adoro, anche in virtù dell'accostamento con il pickguard giallo dorato. Il colore è un bianco leggermente più scuro (color panna, per capirci) rispetto all'olimpic white e leggermente trasparente, lascia intravedere le venature del frassino. Davvero uno spettacolo! Stesso colore della Strato ’56 Mary Kaye, per chi la conoscesse.
Si è parlato molto della finitura della nuova serie di bassi e chitarre American Vintage: la stessa Fender ha pubblicizzato questi nuovi strumenti per la finitura riproposta integralmente come nell'era pre-CBS, ovvero tutta nitro sulle nuove riedizioni 50's e 60's, al contrario dei precedenti American Vintage in cui vi era un fondo poliuretanico.
Vi confermo che differenza c'è eccome!!!!!
La vernice è davvero sottile e delicatissima. Più porosa, delicata e sottile rispetto non solo ovviamente alla poliuretanica, ma anche alla precedente serie American Vintage in nitro!
Potrei davvero paragonarla alla finitura che avevo sul Custom Shop.
In verità, in alcuni punti in controluce già si inizia a vedere il processo di penetrazione in alcuni pori del legno, un po' come era sul Custom Shop Relic.
Inoltre, anche sotto le cover cromata del pick up e del ponte, la vernice tende subito a segnarsi.
Pick up:
Il pick-up è il nuovo '58. Se è davvero nuovo nessuno può dirlo, o meglio, è la Fender che ce lo dice, ma poco importa, purché suoni bene e sia di alta qualità! Inoltre rispetta le specifiche dell'epoca, presentando i poli di tipo "raised" sotto la corda del La, cioè molto sporgenti, in teoria con lo scopo di avere un volume delle corde Mi e La più bilanciato.
Pickguard:
Il pickguard all'apparenza può sembrare identico al modello montato nella precedente riedizione '57, mentre in verità, pur essendo anche questo in alluminio anodizzato oro, al contrario del '57 è verniciato con trasparente alla nitro, risultando anche molto più gradevole al tatto ed ovviamente liscio.
Hardware:
Riguardo all'hardware, non mi dilungo. Si tratta per lo più di quello che già conosciamo: meccaniche reverse, ponte vintage style con sellette zigrinate, strap button vintage style, poggiadito (thumbrest) e cover cromate (p.u. e ponte) montate.
Dettagli particolari non conosciuti:
Veniamo ora ad alcuni dettagli, molti dei quali non mi aspettavo, in quanto non sono pubblicizzati da Fender e neanche indicati nelle specifiche. Davvero un plauso a Fender, tanta è la cura e l'attenzione per gli stessi, in riferimento all'annata di cui il basso è riedizione.
Ve ne cito alcuni:
-Iniziando dalla paletta, troviamo la decal sopra la finitura, cioè sopra la vernice e non sotto, in linea con l'epoca.
-Il capotasto è in osso.
-Lo "string retainer" sulla paletta è diverso rispetto a quello montato sia sui Fender moderni, sia sulle riedizioni American Vintage 60's e 70's. Sembrerebbe quasi cromato anziché nichelato. Inoltre é un po smussato nel contorno ai bordi, anziché tagliato di netto. Non so se sia un riferimento dell'epoca, però ho notato che i nuovi '58 (e solo i '58) hanno tutti lo string retainer così.
-Nel retro paletta non vi è più lo strap button, come invece erroneamente era nella riedizione '57.
-Le chiavette reverse hanno invece molta filettatura sul perno che ruota l'ingranaggio, per una maggiore accuratezza nell'accordare (questa è stata, oggi, la scelta del costruttore Gotoh, che così le riproduce), mentre all'epoca avevano una filettatura minore e più grossa, con un diverso rapporto (gear ratio) ed erano pertanto meno accurate e precise nell'accordare.
-Nel retro paletta, nella parte su cui poggia la placca delle chiavette non sono ricavati gli scassi in corrispondenza delle sporgenze interne della placca delle meccaniche stesse, proprio come non lo era neanche all'epoca. Infatti la placca delle chiavette risulta giustamente sollevata nella parte centrale (in prossimità del perno) rispetto al piano della paletta.
-La vernice "Flash Laquer" come nell'epoca. Fender dichiara lo stesso metodo di verniciatura e laccatura dell'epoca. Magari non sarà così, ed in verità se il metodo utilizzato sia esattamente lo stesso poco importa. La cosa interessante, però, è che la verniciatura è davvero tutta nitro. Sottilissima. Delicatissima. Leggerissima. Proprio come nell'epoca.
-Le cover del p.u. e del ponte sono già montate di fabbrica, com'è giusto che sia (era così anche nel '58, e fino all'81/'82, se non ricordo male), con la gommapiuma stoppacorde sotto la cover del ponte. Faccio notare che neanche il mio Jazz '64 Custom Shop aveva la gommapiuma montata dalla fabbrica, come sarebbe dovuto essere. In questo caso, comunque ho rimosso la gommapiuma (conservandola comunque a parte) per avere più sustain, come siamo normalmente abituati a suonare oggi. Ovviamente, se si tolgono le cover, rimarranno i buchi e un po' i segni sulla vernice, sia sul body vicino al ponte, sia sul battipenna laccato. Altro dettaglio: la cover cromata del p.u. mi sembra abbia una forma più squadrata e meno tonda rispetto alla precedente riedizione '57.
-Il ponte, come accennato, è il classico lamierino che tutti conosciamo, ma ho ho trovato un dettaglio inaspettato. Come tutti sapete, le sellette sono di tipo zigrinato. Particolare che non tutti conoscono, però, è che la spaziatura della zigrinatura era diversa tra gli anni 50 e 60. Negli anni 50, infatti, era molto meno accentuata, meno pronunciata e meno spaziata.
Fender, in questo strumento, ha riprodotto il ponte proprio con le sellette zigrinate così come erano negli anni 50! Questo dettaglio davvero non me lo sarei mai aspettato! Considerate infatti che probabilmente quasi nessuno ci avrebbe fatto caso e Fender poteva fregarsene di curare questo particolare, riproducendo i ponti vintage style tutti uguali!
Suono:
Ora, la cosa più importante: Come suona?
Vero. È la cosa più importante, ma sulla quale forse c’è meno da descrivere. Il suono non può essere che quello del Precision! Punto. Il suono che tutti conosciamo. Ad ogni modo, il basso per il mio gusto è favoloso! Un sound aggressivo, legnoso, molto definito ma ricco, e che può essere allo stesso tempo molto "smooth" e rotondo, ma mantenendo sempre grande definizione.
Particolare degno di nota è il controllo di tono, piuttosto invadente quando si chiude nel tagliare gli alti, dovuto soprattutto al condensatore da 0,1 che monta, ma davvero molto bello a mio gusto. Voglio ancora sottolineare quanto questo ’58 sia molto definito per essere un Precision.
Sicuramente il paragone con il P ’50 non ha senso, vista la fascia di prezzo, ma vale la pena notare che nonostante abbiano entrambi il condensatore da 0,1, se si chiude il tono, il P ’50 tende a perdere un po di volume, attacco e definizione, mentre il ’58 diventa molto bassoso, mantenendo comunque attacco, definizione ed output. Sono poi rimasto impressionato se si suona verso la tastiera, piuttosto che sul p.u. o verso il ponte: un suono più morbido, più smooth, ma sempre tanta definizione e attacco a mio parere.
Custodia e accessori:
L'astuccio é in tweed color giallo, con manico e bordi in vinile marrone e cerniere dorate, costruito come di consueto dalla G&G. Per chi non lo sapesse, il vinile é una sorta di finta pelle. Le custodie dei bassi e chitarre American Vintage 60's e 70's sono completamente rivestite in vinile, bordi e tutta la custodia esterna. Quelle degli American Vintage 50's in tweed, con solo i bordi in vinile. Il tweed si presenta come un tessuto con fili gialli e marroni (con prevalenza di giallo, che appunto dà l'effetto finale).
Tra gli oggetti in dotazione, troviamo una busta in carta gialla (come quella che comprate alle poste per inviare i documenti, per capirci) di grandi dimensioni, marchiata Fender e "58 Precision", contenente la riproduzione esatta del manuale che veniva fornito col basso nel '58, nel quale veniva spiegato come approcciarsi al basso elettrico e come suonarlo. Questa è una trovata che mi è piaciuta molto.
Vi è poi una busta di plastica contenente altri manuali, come quello sulla garanzia, sulla cura strumento e cura della vernice nitro.
A ciò si aggiunge anche una pezzolina in cotone di buona qualità, marchiata Fender, x la pulizia dello strumento, in una busta sigillata.
Vi è poi il cavo jack grigio vintage style che ormai conosciamo, in quanto veniva fornito anche con la precedente serie American Vintage.
Infine, viene fornita una tracolla vintage in pelle. Si tratta di quelle sottilissime, con la spallina inserita.
Una curiosità:
Come abbiamo visto, Fender ha rispettato davvero tanti dettagli dell'epoca, ma avrà tenuto conto del tipo di corde che il basso montava negli anni 50?
È bene ricordare che all'epoca non esistevano le corde ruvide che conosciamo oggi, ma solo le lisce. Ebbene, qui c'è stata un'altra sorpresa apprezzata: tra gli accessori viene fornito un bel set di corde lisce! Questo, poiché sul basso sono montate di fabbrica corde ruvide.
In conclusione:
Il mio parere, in conclusione, è che questa nuova serie American Vintage mi sembra molto vicina al Custom Shop. Davvero sembri che manchi solo il taglio "quarter shawn" del manico per essere come un Custom Shop.
Con questo basso viene ulteriormente confermata l'impressione che stavo avendo negli ultimi anni, ovvero che la produzione Fender sia notevolmente migliorata e livellata. Basti pensare anche agli attuali American Standard, giusto per fare un esempio, davvero ben fatti, notevolmente più belli e meglio rifiniti rispetto a prima, e così fino all'American Vintage, costruiti e rifiniti ancora meglio di prima e con maggior cura ai dettagli delle annate di riferimento.
Tra l’altro, in tutta onestà, negli ultimi tempi difficilmente mi è capitato un Fender che suonasse male o che non mi piacesse..
Brava Fender.
Avevo fatto le foto in alta risoluzione, ma per motivi di Regolamento le pubblico a bassa risoluzione..purtroppo vengono perse molte sfumature, ma spero che rendano comunque l’idea.
Ve ne mostro qualcuna qui. Altre foto con dettagli che ho citato le pubblicherò nei prossimi post.