da bravo utente navigato, riporto su questo topic per parlarvi della mia recente esperienza con due Stingray Classic, entrati di prepotenza in casa.
partiamo con la cosa più importante: le foto!
Stingray Classic nero
Stingray Classic rosso
ora veniamo alle cose secondarie e di contorno:
per prima cosa, ci tengo a dire che ho poca esperienza con Music Man; lo Stingray non mi aveva mai affascinato molto, negli anni, lo vedevo troppo distante dai suoni che mi piacevano, soprattutto quando il mio basso feticcio era il Precision, ma negli ultimi due anni, sarà l'aver ormai scavallato i trenta, ho virato verso sonorità più brillanti tanto da preferire il Jazz.
a Febbraio scorso mi sono buttato, dopo mesi di ricerche di mercato e mercatino, su uno Stingray standard con tastiera in acero (
per i curiosi ), molto bello, molto leggero, ben suonante (
sempre per i curiosi ), ma alcune cose non mi erano andate troppo a genio.
1) l'assenza di verniciatura su manico e tastiera mi infastidiva, vuoi perchè mi dava l'idea di un manico "approssimativo" (per quanto in realtà ottimo come fattura), vuoi per la paura di sporcarlo; ho visto e vedo sempre Stingray con il manico lurido, pieno di sugna, annerito, distrutto dall'incuria, roba che mi farebbe schifo suonare pensando a che quel nero è sudore di altri che si è impregnato nel legno.
2) il suono, per quanto interessante, mi sembrava sempre troppo secco, carente sulle mediobasse, laddove invece i Fender sono molto carichi.
soprattutto col plettro il suono si svuotava moltissimo, diventando troppo "pungente" e poco deciso.
così poco tempo dopo l'ho venduto, pur rimpiangendolo molto per non avere avuto tempo, causa pandemia, di provarlo col gruppo.
però in generale lo strumento mi aveva colpito, e dopo aver provato a riacquistare il mio (l'acquirente lo ha poi permutato con un Jazz, e chissà che fine ha fatto), mi sono messo alla ricerca di un Classic, con legni figurati e soprattutto verniciati.
qualche settimana fa sono incappato in quello nero con tastiera in palissandro, qua a Roma, ed ho avuto modo di provarlo innamorandomene follemente:
la prova, fatta su un piccolo ampli di massimo 50w, non mi ha colpito per il suono, comunque "riconoscibile", ma soprattutto per la qualità generale dello strumento, molto più curato nei dettagli rispetto allo Standard, e con quei legni figurati (e verniciati) veramente pornografici.
peso nella media, siamo sui 4kg e spicci, cosa che ha dato un valore aggiunto al basso.
me lo sono portato a casa e ci ho giocato un po', prima con le corde che aveva messo il venditore (per la prima volta un vero "appena ritirato dal liutaio", ho dovuto aspettare che lo ritirasse per poterlo andare a provare), ossia delle Warwick Red in acciaio, 45-105, molto aggressive e brillanti.
è seguita una prova con delle D'addario nickel 45-100 che avevo in casa, per poi farmi arrivare delle GHS Boomers 45-105, corde che già sullo Standard mi erano piaciute molto, in quanto tiravano fuori un po' più di ciccia dallo strumento.
qua potete sentirlo con le varie corde:
Stingray Nero
altro dettaglio che mi ha colpito molto è stato il materiale dei tasti: nonostante l'utilizzo con corde in acciaio (il basso ha solo un paio d'anni), sui tasti non ci sono nemmeno gli aloni delle corde, nè le righine che di solito lasciano le roundwound.
regolazioni velocissime, ponte stabile e solido.
veniamo invece all'elettronica:
sullo Standard c'è l'EQ a tre vie, con bassi-medi-alti a scatto centrale, quindi il canonico boost/cut.
sul Classic c'è invece l'EQ a due vie, con bassi-alti, ma senza scatto centrale.
quando l'ho provato dal venditore, pensavo che i controlli fossero solo "cut", od almeno così mi era sembrato su quel piccolo ampli, ma appena sono arrivato a casa ho capito che non era così: le alte al massimo tiravano fuori i classici fruscii perenni di quando si aumentano quelle frequenze.
ho pensato allora che forse i controlli erano solo boost, ma tutti chiusi davano un evidente suono povero di basse e chiuso in alto.
informandomi un po' online, raccimolando informazioni e testando personalmente, sono arrivato alla conclusione che i due potenziometri lavorano sia in boost che in cut, ma lo fanno con percentuali differenti.
le basse sembrano lavorare poco in cut e molto in boost, con un rapporto di circa 30/70, od oserei un 20/80; con il potenziometro tutto chiuso il basso è comunque suonabile, ho registrato anche alcune cose per un gruppo, a distanza, senza aprirlo minimamente.
la corsa in aumento è invece molto ampia, e si arriva ad un eccesso di frequenze "muggenti" forse inutile nella vita reale.
le alte invece sono più normali, diciamo un 40/60, laddove per avere effettivamente una presenza di alte maggiore bisogna arrivare quasi a metà corsa.
aumentando, anche qua, si eccede molto, tra fruscii e suono troppo metallico.
la differenza tra il 2-EQ ed il 3-EQ non è così marcata come pensavo, nel complesso del suono, ma effettivamente c'è, e senza parlare della possibilità di regolare le frequenze medie, già solo le basse cambiano molto: sul 3-EQ chiudere le basse significa toglierle completamente dal segnale, il che rende quasi insuonabile in contesti normali lo strumento. la posizione "flat" è effettivamente neutra.
nel Classic noto una presenza di mediobasse un po' più marcata, che fa la differenza a livello di pasta generale del suono.
sotto gli altri punti di vista i due strumenti sono molto simili: stesse meccaniche, regolazione del truss rod con la rondella Eko/Musicman, tacco a 6 viti.
differiscono nel ponte, che nel caso del Classic permette solo il montaggio delle corde passanti per il body, ed è ancorato con due viti laterali (nascoste dai piloncini), e presenta le sordine per singola corda, come avevano i ponti MM fino alla prima metà degli anni 90, e differiscono nell'accesso alla batteria: nello Standard c'è il cassettino in plastica apribile a scatto, nel Classic c'è la placchetta in metallo con due viti.
ammetto che all'inizio pensavo fosse un "downgrade", perchè l'accesso è più scomodo, ma in realtà sullo Standard avevo notato che usando batteria non di marca buona (Duracell, Energizer), la pila non faceva contatto correttamente, in quanto non c'è l'aggancio classico, ma la pila si aggancia nel momento in cui lo sportello si chiude.
le batterie 9v di marca buona hanno dimensioni leggermente più grandi di quelle di sottomarca, e questo penso che incida, e soprattutto mi aveva fatto spaventare pensando che il mio fosse difettoso
nel Classic c'è questa placchetta in metallo che copre solo uno scasso nel legno dove troviamo il classico aggancio della 9v, il cuscinetto con le due femmine + e - collegato con i fili, quindi non c'è pericolo di trovarsi la pila che non fa contatto perfettamente.
a tracolla parliamo di strumenti bilanciatissimi, molto comodi, che ti fanno dimenticare di averli addosso.
qua potete sentire lo Standard, per farvi un'idea
ora, com'è arrivato il secondo, in così poco tempo?
diciamo che il primo, questo nero, mi è stato segnalato da un amico in quanto, vedendo i prezzi che c'erano di solito in giro, avevo smesso di cercare annunci.
lui aveva notato un ribassone, il fatto che il venditore fosse a Roma, e mi ha girato l'annuncio.
una volta innamoratomi di questo, ho voluto cercare per vedere un po' come fosse la situazione, e cosa trovo? un Coral Red con tastiera in acero appena caricato, stesso prezzo a cui avevo pagato il mio, quindi sempre meno di uno standard zozzo.
in poche ore avevo già concluso la trattativa col venditore, e dopo pochi giorni il basso era da me.
il Nero è del 2018, il rosso del 2010, ma le condizioni dei tasti sono le medesime, nessun segno, nessun alone di corde, il manico è stabilissimo e si regola con una facilità impressionante, ed il suono è identico tra tutti e due, complici una grande costanza nella costruzione e sicuramente un'elettronica che dice la sua.
unica differenza, il rosso pesa poco di più, non l'ho pesato ma non supera sicuramente i 4,2kg, sempre perfettamente bilanciato.
questo rosso ha vinto le corde lisce, con cui mi sta piacendo moltissimo, gli spostano leggermente l'equalizzazione, e gli danno un suono un pelo diverso, ma sempre riconoscibile.
Ecco come suona il rosso
appunto sulla tragica situazione del Sol negli Stingray:
una cosa che dello Standard mi aveva lasciato perplesso era il volume del Sol, chiaramente più basso delle altre corde.
è un problema risaputo, "tipico", e che molti risolvono spingendo in fuori i poli del Sol per avvicinarli alle corde e seguire di più il radius (11").
è un problema non presente sul 5 corde, che ha i poli con una diversa raggiatura, ed a quanto leggevo qua sembrava non essere presente sul Classic.
posso confermarlo, considerando un risultato positivo di due su due: immagino dipenda proprio dal radius: il Classic ha 7,25" di raggio, quindi le corde seguono un arco più accentuato, e di conseguenza seguono meglio i poli del pickup.
ne consegue un volume omogeneo tra tutte le corde.
al di là della botta di culo sul prezzo, che mi ha spinto a prenderne due, mio malgrado (all'inizio uno pensavo di venderlo, ma non vale proprio la pena!), sono davvero degli strumenti di categoria altissima, curatissimi in ogni piccolo dettaglio, senza mezza sbavatura.
il fatto di non avere il "flat" nell'equalizzazione può essere seccante, però la corsa dei potenziometri è talmente diversa rispetto ai classici boost/cut con scatto centrale, che alla fine si può ricercare il suono senza meno paturnie.
quindi per come sono fatto io, il Classic è oro