riporto su con una resurrezione a distanza di anni, perchè è successa una cosa che farà sicuramente piacere al grande Lucio
ieri mi è entrato in casa un bellissimo Aria Pro II SB1000 primissima serie, con paletta "batwing" e senza led dell'elettronica, seriale molto antico, presumibilmente del 79 (questa versione qua è stata prodotta tra il 79 e l'81), tutto originale ed in condizioni perfette: foto qua:
fotuzze dell'annuncio (solo le ultime due sono post
setup e cambio corde... guardate come stavano le sellette prima...)
è stato un po' un colpo di testa, ma ponderato (il che è un controsenso), ma la cosa è andata così: sono dieci anni che certo 'sto basso tenuto bene e senza modifiche, senza successo, perchè le volte che l'ho visto passare su Mercatino aveva sempre qualche problema, qualche modifica (pickup, elettronica... che sono il cuore di questo strumento), oppure prezzi totalmente fuori di testa.
la scorsa settimana vedo l'annuncio su Roma, esemplare descritto come impeccabile, e sabato vado a provarlo, innamorandomene dalle prime note.
fortunatamente ero andato senza soldi, proprio per evitare l'acquisto preso dalla foga del momento, potendo valutare poi a mente fredda e ricontrollando bene i dettagli, casomai fosse uscito fuori qualcosa di non conforme.
ad esempio la questione della serie l'ho scoperta dopo, rivedendo bene la paletta e l'assenza del led, oltre che la tastiera in ebano (sostituta poi dal palissandro negli anni successivi), il ponte che in questa serie era più "grezzo", il seriale eccetera.
dopo aver controllato tutto ed averci pensato bene, mi sono organizzato per andarlo a prendere ieri sera, e me lo sono portato a casa.
purtroppo devo ancora metterci mano per bene, al momento mi sono limitato a cambiare corde e dargli una regolata secondo le mie necessità.
veniamo quindi al basso:
la costruzione è di qualità elevatissima, manico passante in acero e noce, ali in frassino, paletta inclinata con meccaniche 2+2, pickup "double coil" (dal suono direi humbucker con bobine in parallelo) passivo in una posizione che mi sembra intermedia tra Precision e Stingray, elettronica passiva (volume-tono) e selettore per attivare un circuito attivo a 18v che non è altro che una manopola con 6 scatti, che sono dei pre-shape che anno da un suono molto aperto e brillante ad un suono via via più chiuso, passando per alcune sonorità molto nasali.
ha delle sonorità che richiamano gli anni 80 in maniera impressionante, e se mettiamo su il disco Rio dei Duran Duran ne sentiamo diverse.
quando l'ho provato, una delle posizioni del selettore era chiaramente la canzone Rio, senza doverci fare altro...
il manico ha un capotasto sui 44mm, ma che, come nel caso di Rickenbacker od Hofner, per prendere due esempi famosi, non aumenta la larghezza, quindi al 24 esimo tasto è praticamente identico, cosa che può piacere o meno, e che incide sull'intercorda, che per la mano destra risulta più stretta.
il manico, come quasi tutti gli strumenti set-in o neck-through ha una leggera inclinazione, e non è parallelo al body.
il ponte è un blocchetto spessissimo di ottone, molto spartano, con aggancio delle corde ad incastro, e delle sellette che ricordano quelle del Badass, senza nemmeno una scanalatura di riferimento.
il ponte è leggermente incassato nel legno per qualche millimetro.
il capotasto è in ottone, paletta inclinata e meccaniche tipo Kluson molto semplici e funzionali, marchiate Aria.
il peso, da bilancia, è di 4,6kg, mi aspettavo molto di più dalle recensioni che leggo in giro, e soprattutto mi aspettavo meno quando l'ho provato, perchè non dà assolutamente la sensazione di essere pesante, ed a tracolla è maneggevolissimo, oltre che totalmente immobile.
quando l'ho preso era settato un po' a cazzo di cane, con una muta di DR Lo Rider nickel 40-100 stonatissime (le sellette erano totalmente a caso), regolate molto basse ma sempre con le sellette a casaccio.
ho preso intanto una vecchia muta di Rotosound RS66LD, quelle standard, ed ho dato una bottarella di setup: manico drittissimo (truss rod che funziona meravigliosamente), action bassissima, penso che la tastiera sia stata rettificata dal negozio giapponese che lo vendeva, intonatissimo.
ha un sustain che fa impressione, probabilmente un misto di manico passante con un bel profilo spesso, legni solidi, ponte e capotasto in ottone molto massicci.
nel provarlo la prima volta mi è venuta in mente la scena del film Spinal Tap, in cui Nigel suona una nota sulla Les Paul e dice "puoi uscire dalla stanza, tornare domani, e sta ancora suonando"
altra cosa meravigliosa è che non ha mezza nota morta, ma proprio zero, il suono già in acustico anticipa quella che è la caratteristica dello strumento, cioè un suono che per certi versi sembra quasi finto, tanto è omogeneo su tutta la tastiera, nelle varie posizioni, con sustain molto simile su tutto il manico.
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sensazioni mie a caldo:
è un basso con un carattere molto personale, ha questi "sette" suoni effettivi più il tono, perchè l'elettronica produce sei varianti di suono diverse dal suono passivo.
suona anche senza batterie, il che è comodo, anche perchè già il suono in passivo è figo, molto aggressivo.
è un basso di stampo molto diverso dai Fender/Musicman/Gibson, ha la grinta di un Precision, ma con più definizione, l'attacco aggressivo dello Stingray ma senza la nasalità, mi ha ricordato molto di più l'esperienza avuta con l'Ibanez Musician MC924, che era però un po' più scuro come sonorità, questo spinge più sulle medie.
la semplicità dell'elettronica è una cosa che a me personalmente piace molto, e mi ricorda il Gibson Ripper, con il suo selettore a 4 posizioni, con la differenza che nel Ripper due posizioni sono un po' troppo simili, e quella che mette in controfase i pickup non ho mai capito come utilizzarla.
qua sono sette suoni tutti "funzionali", sono impostati gradualmente (1 suono brillante, 6 suono chiuso), ed essendoci gli scatti è gestibilissimo, non come le elettroniche di alcuni Status od Ibanez che mi sono capitati, che avevano il potenzionetro "dei pre-shape" che era senza posizioni, quindi semplicemente girandolo spostava l'equalizzazione in modo diverso.
qua ci sono i sei scatti del potenziometro, indicati dalle piccole incisioni che combaciano con il becco della manopola.
a tracolla è di una comodità stratosferica, non si muove di una virgola, e casca in una posizione comoda, l'accesso ai tasti alti è facilissimo perchè il body è piccolo e lascia libera quasi tutta la tastiera, ed il fatto che il manico non si allarghi salendo rende facile l'accesso alle corde gravi anche in posizioni alte.
gli dovrò fare della piccola manutenzione in questi giorni, ma cose da poco, ossia dare una spruzzatina di spray per contatti al pot del tono che fruscia un pochino, capire come ammorbidire un po' le meccaniche, che secondo me vanno ingrassate/lubrificate un pochino (sono scorrevolissime, ma il primo movimento è sempre uno "stacco" netto), e devo decidere se lucidare le parti in ottone (ponte, capotasto e coperchio dell'elettronica), che sono tutte ossidate.
potrei tenerle così, e mantenergli un aspetto "vintage", oppure lucidare tutto e dargli un aspetto più NOS.
devo dire che avevo pensato di metterci le Rotosound Sheehan, che uso sugli altri bassi, ma dopo aver provato le standard forse manterrò quelle per tre motivi:
1) il Mi (105, in realtà 102) è molto definito
2) il Sol (45, in realtà 48) dà un po' più di corpo che, con un pickup del genere, è una manna. il Sol da 40 delle DR suonava un po' chitarrino.
3) l'intercorda è stretta, e quindi mantenere questa scalatura senza esagerare col Mi è anche pratico.
ah, aggiungo l'ultima cosa: per ottenere il tipo di action che piace a me (Mi poco sotto i 2mm, Sol intorno al millimetro al 12° tasto), tenendo il manico con pochissimo rilascio, le sellette di Mi e Sol sono completamente a terra, mentre La e Re seguono il leggero radius della tastiera con un paio di giri di brugola in più.
è lo stesso "problema" (chiamiamolo così) che ho su tutti i Fender, mentre non l'ho riscontrato su nessuno degli Yamaha che ho in casa (eccetto il TRB6p): su questi Yamaha potrei andare "sotto" i tasti comodamente, e su alcuni, tra cui l'economicissimo RBX200, avrei anche ancora margine di giri.
non che incida in alcun modo, anzi, sono io che ricerco questo tipo di action, e so che tanti altri musicisti non si porrebbero nemmeno il problema
però se analizziamo, analizziamo bene!
se ho tempo di rodarlo un po' in giornata, domani me lo porto ad una serata