Qualche sera fa, così, avevo voglia di un po' di coccole e di tenerezza e quindi
mi sono sottoposto alla visione dell'affettuoso documentario sui Disciplinatha
Questo.
https://youtu.be/PD4FswzlAxc
Devastanti come li ricordavo.
Li vidi infatti all'epoca, quelli veri, con le maschere antigas, il bidone di benzina e le tv sul palco e
Dario Parisini che sembrava un cavallo impazzito.
Già detestavo i punk e non sopportavo nulla che andasse più veloce di "Comfortably numb" e questi si erano
pure rifatti il guardaroba nelle più esclusive boutiques di Predappio.
Fu un mezzo Shock.
Ricordo che dopo il primo pezzo ci fu un eloquente attimo di silenzio, poi partì un applauso da far venir giù la sala.
Caspita, ERANO BRAVI, merce rarissima di solito, Benito o non Benito.
La visione del documentario mi ha riportato al clima di quegli anni in Emilia, ma soprattutto mi ha fatto capire
cosa mi aveva colpito così tanto di loro.
Era una band che ti guardava dritto nelle palle degli occhi e sembrava dirti "Noi siamo questi e questo è quello
che facciamo.Punto."
Non cercavano l'applauso, non volevano piacere per forza.
Non c'era insomma esercizio di vanità, malattia mortale diffusussima tra i giovani musicanti.
Poi, vabbè, sono durati un'amen (anzi,un'alalà) e il rifarsi al passato dal punto di vista creativo credo sia un vicolo cieco.
Ma questi sono altri discorsi.
Ciao a Tutti.