
Re: Joe Satriani A Milano (Trezzo D'Adda) Mercoled? 11 Giugn
Bene: limitatamente a quanta lucidit? mi consentono le conseguenze della "Sintimpania" (sindrome per la quale i timpani del soggetto, esposti a pressione sonora oltremodo potente, arrivano a congiungersi l'un con l'altro all'interno del cranio), provo a fornire un resoconto della serata.
Prologo con la band di Blaze Bailey, quello che sostitu? per un paio d'anni Dickinson negli Iron Maiden: niente de che, francamente: volume intollerabile e gran confusione di suoni.
Poi Satriani ("Ciao: io mi chiamo Giuseppe Satriani"): grande, professionale, disponibile e simpatico col pubblico; suono effettivamente un po' tagliente, da far pensare che i tre sistemi Peavey che usava, a dispetto dell'apparenza "valvolosa" delle testate, fossero a transistor. Salvo questo appunto, Joe ha fatto quello che si pu? definire senza problemi un grande concerto, senza esagerare mai col circo e con momenti di livello musicale altissimo, fra tutte un'esecuzione di "Cryin' " di un'intensit? che ha ammutolito tutto il locale. Ottima la scelta della scaletta: la prima volta che ho guardato l'orologio ho scoperto con stupore che era gi? passata un'ora e un quarto dall'inizio del concerto.
Insomma musica godibile ma comunque impegnativa, da ascoltare e anche analizzare con attenzione.
Sapiente ed appropriato l'uso dell'effettistica: oltre a distorsione e riverbero/delay di base, pi? che altro spunti occasionali con wha, octaver, whammy; carini fra l'altro i pezzi del
nuovo album, con l'inedita per lui introduzione del Talkbox.
Stu Hamm: eccellente finch? ha fatto il bassista (cio? per i quattro quinti del tempo), meno efficace invece quando "usciva": paragonato a La Rue sembrava stranamente esserci meno "dentro". Due sistemi testata-casse 4x10 + 1x18 Hartke, suono scavato sui medi, come da copione (ma a me piace), poca effettistica, le due o tre volte in cui ? andato a pestare uno dei suoi due prosciutti (le zampe, voglio dire) sulla pedaliera (nascosta dalle spie) il variare dei suoni suggeriva compressore, drive e chorus, oltre al frequente smanazzare sui controlli dei suoi due Urge: il classico (e orrido
IMFO) rosso con battipenna bianco madreperlato e headstock-quasi-matching, perch? a differenza del corpo aveva i brillantini, pi? uno arancio tutto brillantinato con paletta matching e battipenna in metallo cromato (terrificante... ma tenete conto che per me gli unici colori accettabili per il basso sono: natural, bianco, rosso, nero, battipenna o bianco o nero, no tortoise o madreperla, no matching headstock). Il suo classico solo ? stato il solito che fa da dieci anni: country abbastanza scemo slappato e tappato (in tapping, intendo dire)... che ce volete fa': so' amerigani!
Jeff Campitelli: eccezionale, se avessi i soldi me lo comprerei. Punto. Ogni altra parola sarebbe di troppo, veramente.
Galen Henson, seconda chitarra e tour manager: una vita da mediano, ma a livello di Oriali, per dirla alla Liga.
Tutti hanno ci hanno dato dentro anche pi? di quello che avevano, veramente: di rado mi ? capitato di vedere una band cos? motivata e incisiva, oltre ad avere un'interazione col pubblico davvero simpatica e accattivante.
I suoni complessivi... credo che la cassa della batteria di Campitelli sia il motivo per cui percorrendo le tangenziali nord ed est non abbiamo beccato nemmeno una zanzara, nonostante il clima umido e afoso: durante il sound check del pomeriggio le deve aver spinte in blocco perlomeno fino a Bergamo. No, almeno per il primo terzo del concerto davvero troppe basse sia dalla batteria che da Hamm: si faticava a isolare le singole componenti del mix, anche tappandosi le orecchie, poi c'? stato un miglioramento; tenete conto per? che noi eravamo su un ripiano sopraelevato a sette/otto metri massimo dalla postazione di Satriani, quindi sul lato sinistro e subito sotto la fila di casse che pendeva dal soffitto.
Note di colore: Stu Hamm che "StuHammeggia", l'improvvisa comparsa sul palco, chiamato da Satriani stesso di... Paolo Kessisoglu, quello delle "Iene" e di "Camera Caff?": dev'essere amico di Joe e ha suonato (b?, si fa per dire) la chitarra sul secondo bis, "I'm Going Down"; poi finalone con la band che scatta foto e fa riprese con la telecamera al pubblico... amerigani, appunto!
Insomma, grandi professionisti, grande concerto:ne valeva la pena.
FG