Fenderissimo ha scritto: [Visualizza Messaggio]
Studiare le diteggiature è un qualcosa che proponevo ed auspicavo anch'io, semplicemente non va fatto rifacendosi a quelle famose geometrie dal mio punto di vista. Se poi ti sei trovato bene, mi fa piacere. Personalmente mi ci sono trovato malissimo precludendomi dei risultati ben più lusinghieri che sono giunti solo slegandomi da queste geometrie.
Certo, in velocità certe geometrie aiutano ma nulla ci vieta di crearne di nostre che potranno sempre aiutarci e cavarci d'impaccio.
Se sei uno studente alle prime armi devi imparare subito concettualmente cosa sia un arpeggio discendente di re bemolle o sol bemolle, studiare bene il circolo delle quinte e via dicendo, almeno saper ricavartelo, non suonarlo a velocità folli che tanto non ti serve. Discorso diverso per accordi ed arpeggi più usuali come può esserlo un Sol maggiore.
La mia vecchia insegnante di solfeggio diceva che dove non arriva l'orecchio o la tecnica ci fai arrivare la teoria. In questo caso, se fossi un insegnante di uno studente alle prime armi mi preoccuperei che il mio studente sappia, in via teorica istantaneamente quali scale corrispondano a determinate alterazioni in chiave.
Il rischio poi è di suonare a pappagallo un arpeggio di Sol bemolle e fermarsi lì. E questa cosa succede spesso, magari a te no perchè avevi altre aspirazioni o semplicemente perchè sei più intuitivo. Io ne conosco tanti che si sono arenati a causa di queste diteggiature. Io ad esempio, mi ci ero arenato e ne sono uscito solo pensando attivamente a come fare le cose a modo mio e quindi snocciolando la tastiera. A volte le diteggiature erano semplicemente stupide ed astruse, altre volte buone.
Ricordo ancora le prime jam di anni fa quando mi veniva detto "Siamo in Amin" ed io suonavo a pappagallo gli arpeggi e frammenti di scala servendomi delle geometrie. Terribile!
Per quanto riguarda il termine monnezza sono stato provocatorio me ne rendo conto. Non sono le diteggiature ad essere una monnezza di per sè ma l'atteggiamento di passività che spesso le accompagna