Io ti consiglio di sederti di fronte a un buon Mojito e pensare: "Cosa intendo realmente fare?"
. Suonare in casa -> qualsiasi metodo ? buono. Mi pare che in questi casi l'obbiettivo sia il divertimento, quindi ok, divertiti, suona quando ti pare quello che ti pare come ti pare.
. Suonare in un gruppo nei locali della tua citt?/zona-> hai bisogno semplicemente di imparare i brani? Un programma di tablature e quant'altro con una buona community di supporto potrebbe fare al caso tuo, altrimenti ti metti di santa pazienza e ti tiri gi? le parti (lavoro utile che ti serve per qualsiasi punto successivo).
Il problema poi rimane che livello di competenza ti ? richiesto dal gruppo..
. Conoscere lo strumento -> in tal caso bisogna vedere che tipo di background hai. Ovvero: hai studiato 6 o 7 anni pianoforte, ad es. Come? Con metodo classico? Quindi sai leggere uno spartito, giusto?
Bene, detto questo, occorre analizzare che metodo di studio hai metabolizzato in questi anni.
Una volta stabilito questo, occorre pianificare un metodo di lavoro e di apprendimento.
Questo pu? essere fatto da autodidatta? Si, a patto di avere un minimo di conoscenza sullo strumento e a patto di avere un metodo di studio buono sviluppato gi? in altri ambiti (es: pianoforte).
Personalmente, il metodo che ritengo migliore ? quello di porsi obbiettivi concreti a breve termine, una sorta di itinerario con tanti check point che ti possa in breve far focalizzare e apprendere abilit? specifiche e concrete.
Essenzialmente potresti muoverti in questo modo:
1. RITMO
Hai una conoscenza precisa del ritmo? Sei in grado di eseguire in modo preciso, senza correre o senza rallentare i vari aspetti delle cellule ritmiche?
Come puoi sviluppare questo? Essenzialmente in due modalit? parallele: da una parte uno studio organico tramite il solfeggio, andando a indagare le varie cellule in modo estemporaneo e relazionandole tra loro. Dall'altra in modo pratico, ovvero eseguendole sullo strumento.
Occhio: occorre una "educazione" al capire se ci? che stai facendo ? corretto. In questo una persona che ti aiuti ? MOLTO consigliabile. E questo perch? se si ha solide basi la casa sar? pi? facilmente stabile.
Diciamo che in un annetto di lezioni mirate, o forse anche meno, potresti costruirti sotto questo punto di vista un background puntuale e preciso.
Per i testi si potrebbero utilizzare da una parte dei manuali di solfeggio parlato e ritmico del conservatorio (in difficolt? graduale), dall'altra qualche metodo di basso elettrico da vagliare attentamente.
Tieni presente che il basso elettrico ? spesso uno strumento molto basato sull'aspetto ritmico, quindi avere la capacit? di essere solidi sul tempo ? caratteristica cardine nel lavoro del bassista. E' forse un argomento che troppo spesso viene sorvolato, ma la cui importanza,
IMHO, ? elevatissima.
2. TEORIA
Diciamo una infarinatura di teoria, a partire da concetti base come intervalli e altro, per passare sullo spartito scritto (agogica, metodi di scrittura, interpretare la partitura, etc...), infarinatura di base sulle scale e sull'armonia di base di stampo classico.
Questo tipo di basi ti aiutano ad affrontare poi nello specifico (tramite testi e/o insegnanti legati a un determinato genere) argomenti che ti possono interessare (sono basi che poi si possono ampliare in qualsiasi direzione, dal jazz alla world music, per passare alla contemporanea e quant'altro).
A tal proposito sarebbe importante vagliare cosa magari provare a leggere con il basso. Personalmente direi un qualcosa di leggero ma che abbia valenza non solo di esercizio, ma anche musicale. Spettacolare a tal proposito "Mikrokosmos" di B?la Bartok nei primi volumi. Specialmente se hai qualcuno che ti da lezione, opp con un tuo amico (con qualsiasi strumento), puoi divertiti approfondendo degli scorci musicali e compositivi stupendi.
Testi del genere sono risorse che non sono mai utilizzate, ma il cui valore musicale ? assoluto.
Inoltre aiuterebbero ad ampliare la visuale del bassista, coinvolgendo in brani semplici non solo aspetti tecnici e di lettura, ma anche melodici, essendo spesso di carattere contrappuntistico gli esercizi.
Inoltre una idea semplice di base sulle scale fondamentali risulta immediatamente utile ai fini di suonare con altre persone.
Diciamo che sarebbero strumenti di utilizzo immediato.
3. SUONO
Lavorare sul suono ? importante.
Tocco e dinamica andrebbero esercitati con modalit? mirate, magari proprio facendo particolare attenzione all'agogica presente negli spartiti. Differenziare gli accenti, far sentire la differenza tra un mp e un mf...
Sviluppare la consapevolezza di come ottenere un determinato suono in qualsiasi momento, esplorare il basso, capire e sperimentare le differenze sonore che si hanno suonando al ponte o al manico, le sonorit? che si possono ottenere suonando con bacchette di bamboo, slide, bacchette di legno, ebow e quant'altro.
Una sorta di laboratorio sonoro. Troppo spesso non c'? o non viene proposto a chi studia, ma penso sarebbe una idea molto interessante.
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Non so, secondo me un lavoro svolto articolando insieme i tre punti potrebbe darti una linea guida per una palestra giornaliera sul basso elettrico, andando di volta in volta ad approfondire determinati elementi.
Un atteggiamento chiave,
IMHO, ? quello di porsi un obbiettivo vicino e raggiungerlo a livello buono o meglio ottimo.
Ad es: ti poni di fare correttamente a metronomo gli ottavi? Ok, arriva a farli in modo preciso, come se il giorno dopo dovessi registrarli per un cd. In questo modo ogni passo sar? ben consolidato e in poco tempo sarai in grado di fare cose semplici ma in modo ineccepibile, molto meglio che fare Wooten tutto zoppicante
La tua domanda: ? possibile fare questo da solo? non ha molto senso...
Piuttosto chiediti: sono in grado di giudicare personalmente se ci? che sto facendo ? giusto?
Devi vedere tu se ne sei capace in base a ci? che vuoi ottenere...
Qua non pu? risponderti nessuno.
Urgh, sono stato un p? prolisso, sorry